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Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa di Michela Marzano: un viaggio intimo e necessario nel cuore del consenso

Nel settembre 2023, Michela Marzano, filosofa, saggista e scrittrice italiana, ha pubblicato con Rizzoli Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa, un romanzo che si intreccia con elementi saggistici per affrontare una delle questioni più urgenti e complesse del nostro tempo: il consenso e le sue ambiguità, sullo sfondo dell’eredità del movimento #MeToo. Marzano, che vive a Parigi dal 1999 dove insegna e lavora come giornalista radiofonica, torna con un’opera intensa e personale, candidata al Premio Strega 2024, che ha già suscitato dibattiti e riflessioni profonde, vendendo migliaia di copie e guadagnandosi un posto di rilievo nel panorama letterario italiano.
La trama: un’esplorazione tra passato e presente
La protagonista del romanzo è Anna, una giornalista italiana che vive a Parigi, dove insegna in un master di giornalismo e lavora in radio. Anna è una donna che, come molte, ha sempre desiderato credere nella parità di genere, quella reale, che non si limita alle apparenze e mette uomini e donne sullo stesso piano. Eppure, fin da bambina, si è trovata a cedere – spazio, voce, pezzi di sé – per essere vista e sentirsi preziosa. Tra i ricordi più dolorosi, emergono le molestie subite a undici anni da parte del suo insegnante di matematica, un trauma che Marzano stessa confessa di aver vissuto e che ha faticato a mettere su carta. Questo episodio, insieme ad altri momenti di prevaricazione – come la prima esperienza sessuale a quattordici anni con Pierfrancesco, segnata da violenza e sangue – segna profondamente la vita di Anna.
Oggi, a cinque anni dall’esplosione del #MeToo, Anna si trova a confrontarsi con i suoi studenti su temi come la violenza di genere, il consenso e le differenze di percezione tra generazioni. Le discussioni in aula la spingono a interrogarsi sul proprio passato: quante volte ha detto “sì” senza esserne convinta? Quando un “sì” nasconde un’esitazione, una paura di deludere l’altro? E chi è il vero carnefice: gli uomini che hanno abusato di lei o lei stessa, per non essersi saputa proteggere? Attraverso un percorso di introspezione, Anna capisce che per andare avanti deve perdonare prima di tutto se stessa, accettando le proprie fragilità e le scelte del passato.
Un dialogo tra generazioni e generi
Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa non è solo un romanzo, ma un’indagine lucida e coraggiosa sulle zone grigie del consenso. Marzano, con una prosa chiara e tagliente, esplora le sfumature di un tema che tocca ogni donna: chi non ha mai provato, almeno una volta, la sensazione di cedere per non deludere, per paura di essere giudicata o scartata? La forza del libro sta nella capacità di dare voce a queste esperienze silenziose, spesso taciute per vergogna o senso di colpa. Anna non si definisce una vittima in senso classico, ma una donna che ha subito violenze piccole e grandi – fisiche, psicologiche, emotive – che l’hanno segnata senza lasciare lividi visibili.
Il romanzo si distingue per il suo approccio intergenerazionale: da un lato, ci sono i ventenni che scoprono la sessualità e affrontano il tema del consenso con una consapevolezza nuova; dall’altro, c’è Anna, che riflette su un passato in cui certi “no” non venivano ascoltati, spesso perché nemmeno pronunciati con chiarezza. Marzano sottolinea una continuità esistenziale tra infanzia ed età adulta: il sesso, come i giochi di un tempo, riguarda il corpo, ma può perdere i suoi confini, trasformandosi in un terreno di sopraffazione. La vergogna e il senso di inadeguatezza che Anna prova da adulta sono gli stessi che provava da bambina, un filo rosso che lega le fasi della sua vita.
Un altro aspetto potente del libro è il tentativo di mettersi nei panni dell’altro. Anna si chiede: cosa avrei fatto io, al posto di un uomo, se mi avessero detto “no” o “aspetta”? La risposta è semplice e disarmante: “Avrei chiesto scusa”. Questa parola, “scusa”, diventa il cuore del romanzo, un simbolo di riconoscimento e riparazione che, però, Anna non ha mai ricevuto. Marzano non punta il dito solo contro gli uomini, ma invita a un dialogo più ampio: gli stereotipi di genere, che spingono le donne a compiacere e gli uomini a non fermarsi, sono un terreno fertile per la violenza. L’autrice insiste sull’importanza dell’educazione, citando la Convenzione di Istanbul: per contrastare la violenza di genere, non basta punire i colpevoli o proteggere le vittime; bisogna prevenire, decostruendo gli stereotipi culturali.
Un libro che scuote e interpella
Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa arriva in un momento cruciale per l’Italia. Nel 2023, il Paese ha registrato oltre ottanta femminicidi, un dato che evidenzia quanto la violenza di genere sia ancora un problema radicato. Il #MeToo, che altrove continua a generare dibattito, in Italia sembra essere stato archiviato troppo in fretta, riaprendosi solo in occasione di nuovi casi di cronaca. Marzano rompe questo silenzio, dando voce a chi non è riuscito a dire “no” e a chi, pur dicendolo, non è stato ascoltato. Il romanzo è stato accolto con entusiasmo da molti lettori, che lo descrivono come un libro “sbilenco e intenso”, capace di far sentire meno sole le donne che hanno vissuto esperienze simili. Tuttavia, non mancano le critiche: alcuni lo trovano troppo pesante, altri lamentano che Anna sembri “annodarsi su se stessa”, incapace di affrontare il mondo invece di aspettarsi scuse.
Il libro si inserisce in un filone della narrativa contemporanea che cerca di umanizzare il #MeToo, mostrando come il movimento abbia cambiato le relazioni, minato certezze e aperto nuove domande sul desiderio e sull’amore. Marzano non offre risposte definitive, ma pone domande scomode: dove finisce il consenso? Quando un “sì” è davvero tale? E quanto ci costa perdonare noi stessi per le volte in cui abbiamo ceduto? La sua scrittura, definita da molti come cristallina e intelligente, accompagna il lettore in una riflessione che non lascia indifferenti.
Sto ancora aspettando che qualcuno mi chieda scusa è un libro che fa male, ma che cura allo stesso tempo. È un viaggio intimo e collettivo, che parla alle donne ma interpella anche gli uomini, chiamati a riflettere sui propri comportamenti e sulle conseguenze dei loro “non detti”. Michela Marzano, con la sua capacità di unire narrazione e analisi filosofica, ci ricorda che la violenza non è solo fisica, ma spesso sottile, nascosta in un “sì” che voleva essere un “no”. In un’Italia che fatica a fare i conti con la cultura dello stupro e del silenzio, questo romanzo è un invito a parlare, a educare e a cambiare. Perché, come scrive Marzano, “non era previsto che sopravvivessimo” – eppure, pagina dopo pagina, Anna e tutte noi impariamo a farlo.

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