Mondo

Trump e l’F-47: un jet immaginario diventa simbolo della sua retorica

Donald Trump, tornato alla ribalta come 47° presidente degli Stati Uniti, non ha perso il suo talento per attirare l’attenzione. Durante un evento pubblico il 20 marzo 2025, ha dichiarato con orgoglio che gli USA dispongono dell’F-47, un aereo militare che, secondo lui, “nessun altro ha al mondo”. Peccato che l’F-47 non esista. Le sue parole, pronunciate davanti a una folla entusiasta, hanno scatenato un mix di ilarità e perplessità online, ma dietro l’errore si intravede una strategia comunicativa ben collaudata: esaltare la grandezza americana, anche a costo di inventare i dettagli.
L’episodio e le parole di Trump
“Guardate l’F-47, è incredibile, un jet che vola più veloce di qualsiasi cosa, nessuno ce l’ha tranne noi”, ha affermato Trump durante un discorso in Florida, come riportato da Adnkronos. L’ex presidente, che ha assunto nuovamente la carica il 20 gennaio 2025 dopo la vittoria nelle elezioni di novembre 2024, stava elencando i successi militari degli Stati Uniti per sottolineare la superiorità tecnologica del Paese. Ma la menzione dell’F-47 ha lasciato interdetti esperti e osservatori: nella realtà, la serie di caccia americani si ferma all’F-35, prodotto da Lockheed Martin, con l’F-22 come predecessore di punta. L’F-47 semplicemente non esiste, né è mai stato progettato.
Non è la prima volta che Trump inciampa su dettagli tecnici. Già nel 2019, durante il suo primo mandato, aveva parlato di un inesistente “F-52” in riferimento al videogioco Call of Duty, confondendo fiction e realtà. Questa volta, però, il contesto è diverso: il numero 47 sembra un richiamo simbolico alla sua seconda presidenza, un modo per legare la sua immagine a un’idea di innovazione e potenza militare.
Reazioni tra ironia e critiche
Il lapsus ha fatto il giro del web in poche ore. Su X, gli utenti si sono scatenati: “Trump ha appena inventato l’F-47, ora aspettiamo che lo ordini su Amazon”, ha scritto un commentatore, mentre un altro ha ironizzato: “Forse intendeva l’F-35 con qualche aggiornamento MAGA”. I fact-checker, come Politifact, hanno rapidamente smentito l’esistenza dell’aereo, ma i sostenitori di Trump non si sono scomposti. Per molti di loro, il punto non è la veridicità tecnica, ma il messaggio: l’America di Trump è tornata grande, con o senza un jet immaginario.
Gli esperti militari, invece, hanno alzato un sopracciglio. L’F-35, il caccia più avanzato attualmente in servizio, è già un simbolo della supremazia tecnologica USA, ma ha avuto una storia travagliata per costi e problemi tecnici. Parlare di un F-47 inesistente rischia di alimentare confusione, soprattutto in un momento in cui la competizione con Cina e Russia nel campo dell’aeronautica è feroce. Alcuni analisti ipotizzano che Trump possa aver confuso l’F-47 con progetti futuri, come il Next Generation Air Dominance (NGAD), un programma ancora in fase di sviluppo.
Una strategia comunicativa vincente?
Al di là dell’errore, l’episodio rivela il metodo di Trump. La sua retorica si basa su affermazioni bold, spesso iperboliche, che catturano l’attenzione e rinforzano la narrazione di un’America imbattibile. Che l’F-47 esista o meno importa poco ai suoi elettori: ciò che conta è l’immagine di forza e unicità che proietta. Come ha scritto un editorialista del New York Times, “Trump non vende fatti, vende sentimenti”. E in questo senso, l’F-47 diventa un simbolo perfetto: un jet immaginario per una presidenza che punta sull’immaginario collettivo.
Non è un caso che il numero 47 ricorra. Essendo il 47° presidente (contando Grover Cleveland come 22° e 24°), Trump ama giocare con i numeri per costruire il suo mito personale. L’F-47 potrebbe essere un errore casuale o un’invenzione voluta, ma in entrambi i casi si inserisce nella sua narrazione di continuità e rinnovamento rispetto al primo mandato.
Le implicazioni reali
Sul piano pratico, l’incidente non cambia la politica militare USA. Il Pentagono continua a investire miliardi nell’F-35 e nei droni di nuova generazione, mentre il Congresso discute il bilancio della difesa per il 2026. Tuttavia, l’uscita di Trump potrebbe avere un effetto collaterale: alimentare speculazioni su presunti “progetti segreti” tra i teorici del complotto, un terreno fertile per la sua base. Intanto, i rivali internazionali, come la Cina con il suo J-20, osservano con un misto di scetticismo e curiosità.
Per il resto del mondo, l’F-47 resta una boutade. Ma per Trump, è un altro tassello nella costruzione del suo brand: un leader che non ha paura di esagerare, anche quando i fatti non lo seguono. Che sia un errore o una mossa calcolata, una cosa è certa: il 47° presidente sa ancora come far parlare di sé.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *