Raffele La Capria – Ferito a morte
Ferito a morte di Raffaele La Capria: un’immersione nella Napoli del dopoguerra
Un romanzo che racconta l’Italia che cambia
“Ferito a morte”, pubblicato nel 1961 e vincitore del Premio Strega, è un romanzo che ha segnato un’epoca nella letteratura italiana. Raffaele La Capria, con la sua scrittura raffinata e ironica, ci conduce in un viaggio attraverso la Napoli del dopoguerra, una città in profonda trasformazione, tra le macerie della guerra e le speranze di un futuro migliore.
Una generazione in cerca di sé
Il protagonista, Massimo De Luca, è un giovane borghese napoletano che vive gli anni del dopoguerra tra le contraddizioni di una società in rapida evoluzione. La sua storia si intreccia con quelle degli amici, dei familiari e delle donne che incontra, delineando un affresco vivido e complesso della Napoli degli anni Cinquanta.
Temi centrali:
- La perdita dell’innocenza: La guerra ha segnato profondamente i protagonisti, privandoli dell’infanzia e della spensieratezza.
- La ricerca dell’identità: I giovani protagonisti cercano di definire il proprio posto nel mondo, tra le tradizioni del passato e le novità del presente.
- Il rapporto con la città: Napoli è un personaggio a tutti gli effetti, con le sue luci e le sue ombre, i suoi vicoli e i suoi palazzi.
- L’amore e la passione: Le relazioni amorose dei protagonisti sono intense e tormentate, specchio di un’epoca in cui i valori tradizionali sono messi in discussione.
Un romanzo corale
“Ferito a morte” non è solo la storia di Massimo De Luca, ma anche quella di un’intera generazione. La Capria ci presenta un gruppo di amici, ognuno con le proprie aspirazioni e i propri tormenti, che vivono intensamente le gioie e le sofferenze della vita.
Lo stile di La Capria
La scrittura di La Capria è caratterizzata da un’eleganza formale e da una grande capacità di evocare atmosfere e sensazioni. L’autore utilizza un linguaggio ricco di citazioni letterarie e di riferimenti culturali, creando un’opera complessa e raffinata.