Vito Di Battista – Il buon uso della distanza
Il buon uso della distanza: un viaggio tra realtà e finzione nel mondo editoriale
Parigi, 1976. Pierre Renard, giovane scrittore squattrinato, vive un momento di sconforto. Il suo secondo romanzo è stato rifiutato, e la sua carriera letteraria sembra appesa a un filo. Ma proprio quando tutto sembra perduto, arriva una proposta inaspettata: una misteriosa donna, che si firma solo “Madame”, gli offre un contratto editoriale allettante.
L’accordo è semplice: Pierre scriverà romanzi sotto pseudonimo, e Madame si occuperà di tutto il resto, dalla pubblicazione alla promozione. In cambio, lo scrittore riceverà una cospicua somma di denaro.
Pierre, accecato dall’ambizione e dalla disperazione, accetta. Ben presto, i suoi libri diventano best seller, e lui viene catapultato nel jet set parigino. Ma il successo ha un prezzo. Pierre si ritrova invischiato in un gioco di inganni e ricatti, dove la realtà si confonde con la finzione.
Il buon uso della distanza è un romanzo avvincente che esplora il lato oscuro del mondo editoriale. Di Battista ci porta dietro le quinte del successo, dove ambizione, soldi e potere sono gli unici veri protagonisti. Ma il romanzo è anche una riflessione sull’identità, sulla menzogna e sul prezzo da pagare per raggiungere i propri sogni.
Personaggi principali:
- Pierre Renard: Protagonista del romanzo, un giovane scrittore ambizioso che sogna di sfondare nel mondo letterario.
- Madame: Donna misteriosa che offre a Pierre un contratto editoriale allettante.
- Colette: Prostituta anziana con cui Pierre stringe un rapporto di amicizia.
- Nadine: Donna cinquantenne che chiede a Pierre di aiutarla a finire il suo libro.
- Louis ed Eva: Figli di Nadine.
- Philippe: Amico di Pierre con i suoi segreti.
- Claire: Fidanzata di Philippe.
Temi principali:
- Successo e ambizione: Il romanzo esplora il lato oscuro del successo letterario, dove l’ambizione può portare a compromessi morali.
- Identità e menzogna: Pierre vive una doppia vita, sotto il suo vero nome e sotto gli pseudonimi con cui pubblica i suoi romanzi. Questo lo porta a interrogarsi sulla sua vera identità.
- Realtà e finzione: La linea di demarcazione tra realtà e finzione si confonde nel romanzo, sia nella vita di Pierre che nei suoi romanzi.
- Inganni e ricatti: Il mondo editoriale è dipinto come un luogo pieno di inganni e ricatti, dove la sopravvivenza dipende spesso dalla capacità di manipolare gli altri.
Conclusione:
Il buon uso della distanza è un romanzo complesso e affascinante che ci invita a riflettere sul prezzo da pagare per il successo, sulla fragilità dell’identità e sul potere ingannevole della finzione. Un’opera che piacerà agli amanti dei thriller psicologici e a chi è interessato al mondo editoriale.