Marcello D’Orta – Io speriamo che me la cavo
Io speriamo che me la cavo: Un affresco della realtà sociale napoletana
Sguardi sulla realtà attraverso gli occhi dei bambini:
“Io speriamo che me la cavo” di Marcello D’Orta è un libro del 1990 che raccoglie sessanta temi svolti da alunni di una scuola elementare di Arzano, un quartiere periferico di Napoli. Attraverso le loro parole, spesso sgrammaticate ma cariche di genuinità e freschezza, si delinea un affresco vivido e toccante della realtà sociale del tempo.
Bambini come specchio della società:
I temi, liberamente assegnati dall’insegnante, spaziano da argomenti classici come la famiglia e la scuola, a tematiche più attuali come la criminalità, la droga e la disoccupazione. Attraverso gli occhi innocenti dei bambini, emergono le contraddizioni e le problematiche di una società segnata da povertà, emarginazione e mancanza di prospettive.
Leggere tra le righe:
Nonostante la spontaneità e l’ingenuità di alcuni scritti, è possibile cogliere una profonda consapevolezza dei problemi che affliggono la loro quotidianità. I bambini raccontano con disarmante sincerità le difficoltà economiche delle loro famiglie, l’influenza della criminalità organizzata sul loro quartiere e la mancanza di adeguate strutture scolastiche.
Un grido di speranza:
Nonostante le difficoltà, dai temi emerge anche una grande vitalità e una forte speranza nel futuro. I bambini sognano un mondo migliore, dove poter studiare, giocare e vivere in sicurezza. La loro voce diventa un grido di riscatto e una richiesta di attenzione da parte degli adulti.
Un valore educativo e letterario:
“Io speriamo che me la cavo” non è solo un libro che racconta la realtà sociale di un quartiere di Napoli, ma è anche un’opera di grande valore educativo e letterario. La genuinità e la spontaneità dei temi dei bambini ci offrono uno sguardo nuovo e prezioso sulla realtà, invitandoci a riflettere sui problemi del nostro tempo e sulla necessità di costruire un futuro migliore per le nuove generazioni.