Giuseppe Dessì – Paese d’ombre
“Paese d’ombre”: Un viaggio introspettivo nella Sardegna arcaica di Giuseppe Dessì
“Paese d’ombre” (Einaudi, 1947) di Giuseppe Dessì è un romanzo che si configura come un’opera monumentale della letteratura italiana del Novecento. Attraverso una narrazione densa e poetica, Dessì ci immerge in un’atmosfera sospesa e onirica, raccontandoci la storia di un piccolo paese sardo isolato dal resto del mondo.
Protagonista del romanzo è Josto, un giovane pastore che vive nella comunità arcaica di Nugoro. La sua vita scorre tranquilla e monotona, scandita dai ritmi della natura e dalle tradizioni millenarie del suo popolo. Ma un giorno, l’arrivo di un misterioso forestiero sconvolge la quiete del paese e porta con sé un soffio di novità e di cambiamento.
Josto si ritrova così a confrontarsi con il mondo esterno, con le sue contraddizioni e le sue ingiustizie. Il suo viaggio iniziatico lo porterà a mettere in discussione le sue certezze e a scoprire la forza e la fragilità dell’animo umano.
“Paese d’ombre” è un romanzo che affonda le sue radici nella cultura e nella storia della Sardegna. Dessì ci offre un ritratto autentico e suggestivo di un mondo arcaico in bilico tra tradizione e modernità. La sua scrittura, densa di simboli e di metafore, ci trasporta in un’atmosfera magica e surreale, dove il reale si mescola al fantastico.
Oltre a quanto detto sopra, ecco alcuni altri punti chiave del romanzo:
- Il romanzo è diviso in tre parti.
- La storia è narrata in terza persona, da un punto di vista onnisciente.
- Il romanzo è ricco di descrizioni evocative della Sardegna e del suo paesaggio.
- “Paese d’ombre” è stato un grande successo di critica e ha contribuito a consacrare Dessì come uno dei maggiori scrittori italiani del Novecento.