GHERARDO SEGARELLI E GLI “APOSTOLI DI CRISTO “
di Pancrazio Caponetto – “ Sinagoga di Satana”, “avanguardia dell’Anticristo “, con queste parole il frate minore Salimbene da Parma si scagliava , nella sua Cronaca ( scritta tra il 1283 e il 1286 ), contro Gherardo Segarelli e gli “ apostoli di Cristo “, il movimento religioso da lui ispirato.
La Cronaca di Salimbene è l’unica fonte che abbiamo per ricostruire la vicenda di Gherardo Segarelli e dei suoi seguaci. Tuttavia i toni accesi del cronista parmigiano sono motivati dall’intento di contrapporre un modello di religiosità positiva ( quella dei frati minori ) ad uno negativo ( quello degli “apostoli di Cristo “ ). Dopo questa precisazione vediamo di individuare i momenti essenziali della vita e dell’esperienza religiosa di Gherardo Segarelli. Egli nacque probabilmente nella prima metà del XIII secolo, nel contado di Parma, sulla sua famiglia d’origine non abbiamo notizie. Sappiamo che fu profondamente colpito dal movimento dei flagellanti “ manifestazione tumultuaria ed anarchica di vita religiosa “, animato da una forte partecipazione di popolo : “ E quando dico popolo, intendo anche e specialmente la gran turba dei senza casa e senza terra, dei reietti, degli accattoni, dei poveri di spirito e di quattrini, dei mezzo furfanti e mezzo infelici, di tutti i rovinati dalle guerre pubbliche e dalla violenza delle fazioni che imperversarono sull’Italia comunale negli ultimi anni di Federico II… “ ( Gioacchino Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana ).
Nel 1260 Segarelli chiese di entrare nel convento dei frati minori di Parma, ma fu respinto forse per le sue modeste origini o per la scarsa cultura ( “laico e illetterato, idiota e stolto “, lo definisce Salimbene ).
Decise allora di seguire un suo percorso di spiritualità. Vendette i suoi pochi averi e iniziò a girare per la città “solo e taciturno, vestito come si sogliono dipingere gli Apostoli, tirandosi dietro una turba di imitatori. Sono guardiani di porci e di mandrie, contadini che hanno lasciato la terra ormai deserta di agricoltori… “( Gioacchino Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana ). Essi presero a definirsi “ Apostoli” o “Apostoli di Cristo “o “Poveri di Cristo “. Come Pietro Valdo, il riformatore religioso, ( 1140 -1217 ) predicavano il ritorno alla povertà evangelica, ma specialmente erano “infatuati “, come scrive Gioacchino Volpe, da San Francesco e dai suoi primi fratelli e seguaci. Non costituirono mai un Ordine religioso , in quanto avversavano ogni Ordine e non volevano capi, per instaurare la libertà e l’eguaglianza primitiva.
Da Parma gli apostoli si diffusero a Fornovo, Faenza, Piacenza, Bologna, Ravenna e in molti altri luoghi dell’Emilia, nella Marca anconitana e poi altrove, raccogliendo un vasto seguito popolare. “ Ravenna, Ferrara, molte altre città emiliane videro più volte il popolo disertare le prediche di Francescani e Domenicani e accendersi d’entusiasmo alla parola di qualche giovanetto Apostolo. “ ( Gioacchino Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana ).
Appare così più chiara l’ostilità di Salimbene verso Segarelli e gli Apostoli. Vi è in lui “ l’intento di svilire una religiosità pauperistico-evangelica contrappositiva e validamente alternativa a quella dei frati minori. “ ( Marina Benedetti in Dizionario biografico degli italiani ).
Inizialmente le autorità religiose e civili considerarono con favore il movimento degli Apostoli. Nel 1264, negli Statuti cittadini di Parma, si decretava che ai “fratelli chiamati Apostoli “ fosse accordata la stessa elemosina dovuta agli altri ordini mendicanti.
Una svolta radicale si ebbe nel 1274, quando il Concilio ecumenico di Lione voluto da papa Gregorio X, condannò gli ordini mendicanti non riconosciuti dalla Chiesa. Ma gli Apostoli di Cristo non si sottomisero, anzi “ crebbero e si moltiplicarono oltre ogni dire “, scriveva Salimbene. Pertanto essi subirono due condanne : la prima con la Bolla papale Olim felicis recordationis, di Onorio IV ( 1286 ), che decretava lo scioglimento del movimento ; la seconda con il Concilio di Wurzburg ( 1287 ) che determinò l’arresto di Segarelli a Parma. Liberato dal vescovo Obizzo Sanvitali, che pare fosse suo segreto ammiratore, sopravvisse ancora alcuni anni alla persecuzione della Chiesa ufficiale. Fu imprigionato di nuovo nel 1294 e infine catturato, processato dall’inquisitore Manfredo da Parma e condannato al rogo nel 1300.
Con la morte di Segarelli l’esperienza degli “ Apostoli di Cristo “ non si esaurì. Frate Dolcino da Novara fu il continuatore del pensiero e dell’opera dell’ Apostolo di Parma. Egli scrisse due lettere, nel 1300 e nel 1303, esponendo una nuova concezione della storia e della salvezza in cui riprendeva teorie del monaco cistercense Gioacchino da Fiore ( 1145 – 1202 ) e considerava Segarelli “ protagonista della quarta mutazione della Chiesa (l’ultima che porta alla perfezione apostolica) e del quarto stato dei santi (l’ultimo che durerà fino alla fine del mondo) “ ( Marina Benedetti in Dizionario biografico degli italiani ).
L’ Apostolo di Novara predicava povertà ed eguaglianza evangelica, spingendosi fino a vivere con i suoi seguaci una forma di comunismo primitivo nella condivisione dei beni e nella pratica dei rapporti sessuali. Gli “ Apostoli “ di Dolcino si diffusero nel Trentino, prima, e nella Valsesia, poi, contando fino a 4000 persone “ e la sua voce dovè destar un’eco limpida e robusta in certe classi della popolazione valligiana, se la commozione di quegli anni fu negli spiriti profondissima e durò a lungo… “ ( Gioacchino Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali nella società medievale italiana ).
L’avventura di Dolcino ebbe termine nel 1307. Il Vescovo di Vercelli, considerando una minaccia per la Chiesa, il movimento del predicatore novarese, supportato dal Papa Clemente V, bandì una vera e propria crociata contro gli “apostoli “ di Dolcino. Questi, catturato dopo accaniti combattimenti, sottoposto ad orrende torture e mutilazioni fu arso vivo nel giugno del 1307, mentre gli “apostoli “ continuarono ad essere perseguitati e processati ancora per parecchi decenni.
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