Novelli (Tor Vergata): “Rischi da plasma terapia”
Nella terapia del plasma “ci sono dei rischi e dobbiamo tenerne conto, vanno approfonditi aspetti biologici, burocratici e amministrativi. Può essere un approccio importante ma serve una sperimentazione più estesa, con studi clinici controllati”. Lo ha detto Giuseppe Novelli, professore ordinario di Genetica medica presso l’Università Tor Vergata di Roma nel suo intervento in audizione alla Commissione Affari Sociali della Camera sulla sperimentazione in atto per il trattamento dei pazienti affetti da Covid-19 con il plasma e sulle altre sperimentazioni in corso.
“Questa terapia, che conosciamo da tempo, è stata usata in Italia in situazione di immediatezza per trovare soluzioni a breve termine – ha aggiunto Novelli – C’è qualche beneficio per i pazienti, ma oggi dobbiamo avere criteri più oggettivi e razionali, e conoscere le caratteristiche biologiche del plasma dei convalescenti che non è sempre uguale”.
In audizione Novelli ha poi precisato che nello sviluppo degli anticorpi monoclonali “ci sono almeno 10 gruppi di ricerca al mondo, tra cui il nostro in collaborazione con Toronto, Harvard e altri. Noi abbiamo isolato 4-6 anticorpi monoclonali sintetici ottenuti da una delle migliori librerie del mondo a Toronto. Gli anticorpi monoclonali sono farmaci altamente sensibili e specifici che già usiamo in clinica con grande efficacia in oncologia e nelle malattie autoimmuni. In questo momento stanno avendo una grande attenzione da parte della comunità scientifica. Israele ha investito solo sulla produzione di questi farmaci”.
“Questi anticorpi possono poi essere ottenuti con tempi molto brevi, parliamo di mesi – ha aggiunto Novelli – Abbiamo già una sperimentazione in fase I attiva negli Usa da poco autorizzata. Potremmo avere in tempi brevi la produzione di questi anticorpi e la sperimentazione in Italia. Questo è essenziale perché altrimenti non avremmo la possibilità di accedere a questi farmaci perché molti altri Paesi li stanno testando. E’ urgente – ha concluso – fare la sperimentazione in Italia anche con piccoli lotti, abbiamo competenze scientifiche e tecnologiche. Ricordiamoci che ad oggi non abbiamo farmaci per Covid-19”.
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