Camorra, colpo al clan Polverino: 16 arresti, soldi alle famiglie dei killer di Siani
di Nadia Cozzolino – Indagati anche i boss della frangia rimasta fedele al clan di Marano
NAPOLI – Associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, intestazione fittizia di beni. Sono alcuni dei reati contestati a 16 persone arrestate questa mattina dai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli all’esito di un’indagine coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia della procura di Napoli contro il clan Polverino, operante da trent’anni nei comuni di Marano di Napoli, Quarto e nei territori vicini. Tra gli indagati (non raggiunti da ordinanza) anche i killer del giornalista Giancarlo Siani: è emerso che i clan Nuvoletta, Polverino e Orlando provvedevano al sostentamento economico delle famiglie dei due condannati per il delitto. Le sedici ordinanze di custodia cautelare in carcere, emesse dal Gip del tribunale di Napoli e a cui si è dato esecuzione oggi, sono state notificate alla frangia rimasta fedele al boss indiscusso del clan, Giuseppe Polverino, che, dopo la decimazione del clan, si è trovata in contrapposizione armata contro la cosca degli Orlando. Le indagini si sono svolte dal 2014 al 2017.
GLI INDAGATI
Tra gli indagati ci sono Vincenzo Polverino, reggente dell’organizzazione, e Michele Marchesano, che aveva compiti di gestione dell’immenso patrimonio immobiliare del clan, rispettivamente cugino e cognato del boss Giuseppe Polverino, figure apicali attorno alle quali si sono aggregati i fedelissimi del ras. Indagati anche Ciro Cappuccio e Armando Del Core, entrambi condannati in via definitiva all’ergastolo in qualità di esecutori materiali dell’omicidio di Giancarlo Siani, il cronista de Il Mattino trucidato la sera del 23 settembre 1985. In considerazione dello status detentivo, i due non figurano tra i destinatari dell’odierno provvedimento cautelare, benché a loro carico siano stati raccolti elementi d’accusa in ordine alla trentennale affiliazione al clan Nuvoletta. È stato accertato che i Nuvoletta prima, e ad oggi i Polverino e gli Orlando, hanno provveduto al sostentamento economico delle famiglie dei due killer che non hanno mai rescisso il loro vincolo criminale.
Nel corso dell’operazione è stata data esecuzione al sequestro preventivo di due attività commerciali, un bar ed centro scommesse a Marano di Napoli, del valore complessivo di 500mila euro, intestati ad un prestanome ma di fatto riconducibili ad un affiliato del clan. L’operazione si inquadra in una più ampia strategia di contrasto al clan Polverino messa in campo dalla procura della Repubblica di Napoli e dal comando provinciale dei carabinieri che ha portato all’esecuzione di un provvedimento cautelare, il 2 maggio 2011, nei confronti di 57 persone ed all’arresto, il 4 giugno 2013, di altri 69 affiliati. I relativi dibattimenti instaurati si sono conclusi con pesantissime condanne, divenute ormai definitive, comminate a capi e gregari del clan. Ulteriori provvedimenti cautelari notificati a medio tempore ai vertici del clan, per omicidi, hanno determinato la condanna all’ergastolo dell’indiscusso capo clan Giuseppe Polverino (classe 1958), e degli affiliati apicali Giuseppe Simioli (1966), Salvatore Cammarata (1967), Claudio De Biase (1968), Salvatore Licciari (1974) e Salvatore Simioli (1967).
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