Canti degli Anarchici italiani
del Prof. Pancrazio Caponetto – ” Il regno dell’amore, della giustizia e dell’uguaglianza sta per essere inaugurato…Non più re, non più sacerdoti, non più ricchi affamatori di plebi.”
Sono parole contenute nel bollettino dell’Internazionale Socialista in Italia ( 1874) e ben riassumono il senso e il signifcato del pensiero anarchico. L’anarchismo si diffonde in Italia partire dal 1864, quando vi giunge l’anarchico russo Michail Bakunin. A Napoli fonderà, con alcuni seguaci di Carlo Pisacane, un’associazione anarchica collettivista. L’Italia sarà terreno di scontro tra anarchismo e mazzinianesimo. Bakunin contrapponeva allo spiritualismo di Mazzini il materialismo e soprattutto l’ateismo.
” L’idea di Dio – scriveva – implica l’abdicazione della ragione e della giustizia umana: essa è la negazione più decisiva della libertà umana e ha per scopo la servitù degli uomini tanto in teoria che in pratica. ” Altro punto di scontro con Mazzini era il riformismo sociale, sostenuto dal rivoluzionario genovese, ad esso gli anarchici opponevano la “propaganda del fatto” cioè l’attentato e l’insurrezione. Infine l’anarchismo rifiutava le istituzioni democratiche. L’anarchico italiano Andrea Costa,scriveva : ” il Parlamento è il gran mercato dove l’Italia si vende all’ingrosso e al minuto. La Magistratura, l’amministrazione e l’armata formano l’immensa greppia ove si nutrono esseri venduti.”
Tra gli anni ’60 e ’70 dell’Ottocento, l’anarchismo ebbe una certa diffusione in Italia, nacquero anche un gran numero di fogli e periodici, tra questi “Libertà e Giustiza” e ” Libertà e lavoro”. Vi furono anche tentativi rivoluzionari: a Bologna ( 1874 ) e nel Matese ( 1877 ). Dopo il fallimento di queste imprese, il movimento anarchico conobbe una fase di crisi, anche perché sottoposto a dura repressione ( persecuzioni, arresti, scioglimento di organizzazioni.). Inoltre alcuni esponenti si allontanarono dal movimento per avvicinarsi al socialismo marxista . E’ il caso di Andrea Costa il quale fu tra i fonadatori ( 1881 ) del Partito Socialista Rivoluzionario di Romagna. Da allora in poi gli operai e i contadini trovarno un punto di riferimento più saldo nel socialismo di ispirazione marxista.
Nonostante ciò il movimento anarchico , pur con una posizione minoritaria, ha continuato ad essere presente in Italia anche nelle fasi più dure della nostra storia ( ventennio fascista, Resistenza ) ed è nei giorni nostri, ancora presente nella cultura e nella politica italiana. Abbiano la Federazione Anarchica Italiana con una sua Casa editrice ( Zero in condotta ) e una sua rivista ( Umanità nova ).
La storia del movimento anarchico è stata accompagnata dalla produzione di molti canti ed inni. Tempo fa la Casa discografica Dischi del sole, li ha raccolti in un’antologia. Da questa raccolta riprendiamo note e documenti per la stesura di questo articolo sui canti degli anarchici italiani.
Il primo canto anarchico che proponiamo, Addio a Lugano, è stato scritto da Pietro Gori.La musica, di autore anonimo, è di origine popolare . Gori ( 1865 -1911), fu uno dei maggiori esponenti dell’anarchismo italiano e svolse un’intensa attività politica in Italia e all’estero. Addio a Lugano, venne scritta nel 1895 in Svizzera, dove
Gori si era rifugiato dopo l’uccisione del Presidente della Repubblica francese Sadi Carnot, pugnalato a morte dall’anarchico Sante Caserio. Gori era stato fermato in italia dalla polizia e accusato di essere il mandante spirituale dell’attentato al Presidente francese in quanto amico e avvocato difensore di Caserio. Era poi emigrato in Svizzera, a Lugano, città dalla quale era stato espulso insieme ad altri rifugiati anarchici. In quella occasione aveva scritto il canto di cui parliamo.
Ecco alcune strofe di Addio a Lugano:
“Addio Lugano bella/ o dolce terra pia/ scacciati senza colpa/ gli anarchici van via/ e partono cantando/ con la speranza in cor.
Ed è per voi sfruttati/ per voi lavoratori/ che siamo ammanettati/ al par dei malfattori/ eppur la nostra idea/ è solo idea d’amor.”
Un altro canto legato a un personaggio della storia dell’anarchia è Caserio passeggiava per la Francia. Il canto si riferisce alla vicenda dell’anarchico Sante Caserio ( 1873 – 1894 ), il quale in un attentato, pugnalò a morte il Presidente della Repubblica francese Sadi Carnot, per vendicare l’esecuzione di un compagno Auguste Vaillant. Caserio, catturato dopo l’omicidio, verrà condannato alla ghigliottina.
Ecco alcune strofe di Caserio passeggiava per la Francia.
” Caserio passeggiava per la Francia/ incontrò la carrozza del presidente/ monta sulla carrozza col mazzolino rosso/ E’ questo il pugnale che ti darà la morte. / Il presidente interrogò Caserio/ E dimmi Caserio chi sono i tuoi compagni/ I miei compagni son dell’anarchia/ ed io faccio il fornaio e non la spia. “
Legato all’esperienz a della rivoluzione spagnola del 1936 -1939 è Figli della plebe, traduzione e musica dell’inno anarchico spagnolo Hijos del pueblo. Secondo la testimonianza dell’anarchico Alfonso Failla, contenuta nell’antologia dei Dischi del sole, ” Questo è l’inno per eccellenz a della tradizione anarchica…lo cantano anche i socialisti, con qualche variante. Originariamente il refrain iniziava con ‘rojo pendon’, ossia rossa bandiera, ma a mano a mano che si differenziano i socialisti continuarono a cantar così, mentre gli anarchici e gli anarco – sindacalisti lo iniziavano ‘travajador.”
Ecco alcune strofe di Figli della plebe :
” O filgi oppressi di plebe in catena/ tanta ingiustiza dovrà ben finir / Se la nostra vita è un calvario di pena/ anzichè schiavi è più fiero morir/ gli eroi borghesi superbi ed avari/ che mal dispregian l’umanità/ saran dispersi da noi libertari/ all’alto grido di libertà / Vessillo ner non più soffrir/ lo sfruttamento si danni a perir/ popolo in piè, per l’ideal al grido di rivoluzion social.”
Il movimento anarchico fu attivo anche nell’opposizione al fascismo lungo tutto il ventennio. Nei venti mesi di lotta partigiana gli anarchici operarono ” su più fronti e in più regioni, sia con formazioni proprie ed autonome, sia all’interno delle Brigate Garibaldi, Matteotti o di Giustizia e Libertà, sia con partiti come quello Socialista, Repubblicano o Comunista.” ( cfr. AA.VV., La resistenza sconosciuta, gli anarchici e la lotta contro il fascismo, Casa editrice zero in condotta, Reggio Emilia, 2005 ). Una testimonianza di questa lotta è cositutita dal canto Dai monti di Sarzana, canto del battaglione anarchico Lucetti, che combattè nel carrarese e attorno a Sarzana ( SP ) . Gino Lucetti ( 1900 – 1943 ) fu un anarchico autore di un attentato a Mussolini a Roma l’11 settembre 1926. Catturato fu condannato dal Tribunale Speciale a trent’anni di carcere. Ecco il ritornello di Dai monti di Sarzana:
“Dai monti di Sarzana/ un dì discenderemo/ all’erta partigiani del battaglion Lucetti/ il battaglion Lucetti son libertari e nulla più/ coraggio e sempre avanti/ la morte e nulla più.”
Infine consideriamo un canto, Ballata del Pinelli, dedicato all’anarchico Giuseppe Pinelli. Pinelli ( 1928 – 1969 ) era un ferroviere attivo nel movimento anarchico milanese fin dal periodo della Resistenza, negli anni ’60 fu tra i fondatori di vari circoli anarchici ed ebbe incarichi di responsabilità nell’Unione Sindacale Italiana. Il 12 dicembre 1969, dopo l’esplosione della bomba a Piazza Fontana a Milano viene fermato per accertamenti dall’Ufficio Politico della Questura. Nella notte del 15 dicembre 1969 muore cadendo dal quarto piano degli uffici della Questura milanese. Sulla sua morte, ufficialmente attribuita ad un malore, non è mai stata fatta chiarezza .
Ecco alcune strofe di Ballata del Pinelli.
” Quella sera a Milano era caldo/ ma che caldo che caldo faceva/ brigadiere apra un pò la finestra/ ad un tratto Pinelli cascò/ Signor questore io gliel’ho già detto / lo ripeto che sono innocente/ anarchia non vuol dire bombe/ ma giustizia, amor , libertà/ poche storie confessa Pinelli/ il tuo amicoValpreda ha parlato/ è l’autore del vile attentato/ e il suo socio sappiamo sei tu/ Impossibile – grida – Pinelli/ un compagno non può averlo fatto/ e l’autore di questo misfatto/ tra i padroni bisogna cercar. “
I canti anarchici riportati in questo articolo, insieme ad altri e a note e testimonianze, si trovano nell’antologia musicale curata dalla Casa discografica i Dischi del sole.
Prof. Pancrazio Caponetto
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