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VIDEO | Su Sky arriva ‘Diavoli’ con Borghi e Dempsey, nella seconda stagione l’emergenza Coronavirus

In onda dal 17 aprile su Sky Atlantic e Now Tv
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ROMA –  Soldi, misteri, potere, cospirazioni, inganni, Patrick Dempsey nei panni di mentore e Alessandro Borghi alla sua prima prova internazionale. Senza dimenticare il lato umano della finanza, il realismo intrecciato con la cinematografia e dialoghi avvincenti, che si fondono con l’estetica elegante della serie. Tutto questo e’ ‘Diavoli‘, il financial thriller targato Sky Original, composto da dieci episodi, in onda dal 17 aprile su Sky Atlantic e Now Tv. La serie, dopo la premiere in Italia, debuttera’ prossimamente anche negli altri Paesi (oltre 160) del gruppo Sky e in Francia. ‘Diavoli’ – prodotta da Lux Vide e basata sull’omonimo best seller (edito Rizzoli) di Guido Maria Brera – e’ un thriller internazionale sul palcoscenico dell’Olimpo della finanza mondiale, girato tra Roma e Londra interamente in lingua inglese, con protagonisti Dempsey nel ruolo di Dominic Morgan e Borghi in quello di Massimo Ruggero. “Abbiamo deciso di preservare alcuni termini tecnici e altri, invece, abbiamo dovuto usarli per forza. Ma la serie si capisce malgrado l’utilizzo di termini specifici a cui noi non ci siamo volutamente sottratti. È un racconto reale: quando vedevo Patrick e Alessandro sul set mi sembrava di stare in ufficio (prima di essere uno scrittore Brera e’ un finanziare romano, ndr)”, ha raccontato l’autore, durante la conferenza stampa di presentazione in live streaming. Uno dei punti di forza di questo progetto ambizioso e ben riuscito e’ proprio il realismo, costruito su fatti accaduti che fanno da sfondo alla storia.

Sull’argomento sono intervenuti anche i registi della serie Nick Hurran (nome legato a serie tv di grande successo come ‘Sherlock’, ‘Doctor Who’, ‘Fortitude’, ‘Altered Carbon’ e ‘The Prisoners’) e Jan Maria Michelini: “‘Diavolie’ una serie di finzione che si intreccia con fatti realmente accaduti tra il 2010 e il 2011 come la caduta di Gheddafi, l’arresto di Strauss-Kahn o la crisi economica della Grecia”, ha raccontato Michelini. Hurran pero’ ha precisato: “C’e’ realismo ma non scordiamoci che si tratta di un thriller e questo ci ha dato modo di sviluppare la storia in modo che quando pensi di poterti fidare di qualcuno, qualcosa ti fa cambiare idea”.

DIAVOLI, DI COSA PARLA

Diavoli‘ e’ ambientata nella sede londinese dell’americana New York – London Investment Bank (NYL), una delle piu’ grandi banche di investimento nella citta’, in cui l’italiano head of trading Massimo Ruggero (Borghi) e’ stato accolto e cresciuto nel mondo finanziario da Dominic Morgan (Dempsey), Ceo della banca.
Massimo e’ il perfetto esempio di ‘self-made man’: italiano e di origini umili, si e’ guadagnato il suo posto al sole nell’Olimpo della finanza grazie al suo intuito straordinario che lo rende il migliore nel campo. Dominic, invece, e’ uno degli uomini piu’ potenti della finanza mondiale, ha un profondo legame con Massimo che lo considera il suo mentore, e ha pero’ degli interessi che lo stesso collega non puo’ nemmeno immaginare. Nel corso della serie, sara’ proprio Massimo a ritrovarsi davanti a un bivio: scegliere se allearsi con il suo mentore oppure combatterlo.

Tra i due c’e’ Nina, la moglie di Dominic, interpretata da Kasia Smutniak: un personaggio ambiguo, che sta tra il bene e il male, e che mostra gia’ nei primi episodi della serie il suo dualismo, che cattura l’attenzione e incuriosisce. “Guardando la serie noi riusciremo a tornare indietro di qualche anno, riconoscere i momenti importanti che sono accaduti e dargli una lettura un pochino piu’ consapevole”, ha affermato la Smutniak. 

DIAVOLI, LA RECENSIONE

In ‘Diavoli‘ tutto e’ ben orchestrato: dalla sceneggiatura alla regia, dal ritmo incalzante della narrazione all’eleganza dell’estetica e dalla scelta del cast (sorprendente) al dualismo dei personaggi, come Dominic e Massimo. Uno degli aspetti piu’ affascinanti di questo thriller finanziario, infatti, e’ l’imprevedibilita’ dei protagonisti, che oscillano tra l’etica e l’immoralita’. Se Martin Scorsese in ‘The Wolf of Wall Street’ ha mostrato la ‘bella vita’ e gli eccessi degli uomini di finanza, Brera con ‘Diavoli‘ ci porta in un’altra dimensione in cui i protagonisti hanno la forza, la determinazione e il carisma di un guerriero ma anche la calma e la costanza di un monaco. “Fino ad oggi la finanza e’ stata raccontata attraverso le belle macchine, droghe, donne attraenti in un continuo mostrarsi. Questi (Massimo e Dominic, ndr) sono dei ‘monaci guerrieri’. Non mi aspettavo nemmeno io questa potenza in un argomento cosi’ difficile”, ha dichiarato lo scrittore. 

DEMPSEY E BORGHI SUL MONDO DELLA FINANZA

“Io credo che bisogna essere molto attenti su quali siano le azioni e se queste siano giuste”, ha raccontato Dempsey all’agenzia Dire. “Credo che tutto quello che viene dalle intenzioni egoistiche alla fine ti portera’ a pagare un prezzo. Se, invece, le intenzioni sono positive- ha continuato l’attore- alla fine ti portano dei benefici. E vediamo queste azioni anche nel corso della serie e le conseguenze che hanno nel mondo e nel business. Quali sono le nostre intenzioni? Sono positive o negative? Credo che queste siano le domande importanti da porci”.

Anche Borghi ha condiviso le parole di Dempsey ed ha aggiunto: “Voglio partire da una frase che ho sentito in questi giorni ‘come cambiera’ il sistema adesso? Riusciremo a tornare come eravamo prima?’. No- ha detto l’attore romano alla Dire- non bisogna tornare a come eravamo prima perche’ il problema e’ proprio come eravamo prima e quindi dobbiamo cercare di migliorarci. Questo miglioramento, secondo me, puo’ avvenire stando molto piu’ attenti a quello che ci circonda. Alla base di questo sistema capitalista che ci contraddistingue c’e’ questa rincorsa al successo a tutti costi. Siamo talmente offuscati dal rincorrere questo successo che a volte ci scordiamo di quali siano le cose giuste e le cose sbagliate”.

BORGHI SUPERA A PIENI VOLTI LA SUA PRIMA PROVA INTERNAZIONALE

Se nella versione italiana Alessandro Borghi e’ doppiato da Andrea Mete (voce di Chris Pratt, Sam Claflin e di moltissimi altri), in quella originale l’attore romano, alla sua prima esperienza internazionale con ‘Diavoli’, sfoggia il suo ‘best british english’. Un risultato sorprendente ottenuto grazie ad uno studio dell’accento attento e accurato. “All’inizio avevo una paura importante dovuta da una serie di fattori, come la lingua che ho dovuto applicare alla finanza. Ma la mia fortuna sono state tutte queste persone che vedete qui vicino a me (il cast, lo scrittore e i registi, ndr). Quando la compagnia e’ buona viene sempre tutto molto piu’ facile”, ha dichiarato Borghi durante la conferenza stampa di presentazione della serie in live streaming. “C’e’ una puntata dedicata completamente all’Italia e alla parte italiana di Massimo. È come se lui avesse ripudiato le sue origini perche’ gli avevano fatto male attraverso un padre che non si era comportato bene con lui. Le sue origini- ha continuato l’attore- agiscono in una maniera quasi inconscia”, ha aggiunto.

‘DIAVOLI 2’ PARTIRÀ DALL’EMERGENZA CORONAVIRUS 

 La prima stagione di ‘Diavoli‘ non ha ancora debuttato su Sky Atlantic e gia’ si parla della seconda. “Stiamo scrivendo ‘Diavoli 2′ insieme a Brera, a tutto il team di scrittura (composto anche da: Alessandro Sermoneta, Mario Ruggeri, Elena Bucaccio, Chris Lunt, Michael Walker, Ben Harris, Daniele Cesarano, Ezio Abate e Barbara Petronio, ndr) e a Lux Vide”, ha dichiarato Nils Hartmann, senior director original productions Sky Italia. “La prima scena del primo episodio- ha continuato il senior director- parte con i due protagonisti in una Milano deserta, che si incontrano in un locale ai tempi del Coronavirus. Ma l’arco temporale della storia tornera’ indietro, nell’anno della Brexit. Tocchiamo l’attualita’ ma non possiamo raccontarla perche’ non sappiamo come andra’ finire. Allo stesso tempo non volevamo far finta di niente (in merito all’emergenza Covid, ndr) e quindi da li’ ripartiamo”.

Brera e’ quindi intervenuto con una sua riflessione sulla pandemia globale: “Oggi noi abbiamo visto due sistemi di fronte a questa pandemia, uno autoritario, quello cinese, che piu’ o meno l’ha sistemata. Il sistema occidentale, il nostro, ha miseramente fallito sotto un profilo politico”, ha commentato l’autore del libro ‘Diavoli‘. “Guardate le reazioni che ci sono state in Europa, scomposte e in ritardo. Per non parlare dell’America. Contenti o meno l’unica reazione diretta c’e’ stata dai banchieri centrali che, in questo momento, hanno regalato tempo all’economia per riprendersi. La finanza- ha continuato lo scrittore- ha una catena di comando molto rapida, non risponde a nessun elettorato e i problemi nel breve termine li sistema. I politici impauriti dalla reazione dell’elettorato sono stati pavidi. Questo e’ il concetto che abbiamo voluto raccontare in ‘Diavoli‘”.

Dalle fabbriche all’industria musicale, dalla chiusura delle scuola al blocco totale del cinema. “Ci sara’ un cambiamento inevitabile che seguira’ un po’ il cambiamento che dovremmo seguire tutti anche nelle nostre vite”, ha detto Borghi. “Probabilmente in molti cominceranno a pensare a ridurre le troupe e il contatto. Pero’ mi auguro- ha continuato l’attore- che tutto quello che avverra’ nel nostro futuro sara’ solo una transizione per tornare di nuovo a fare questo mestiere come dovrebbe essere fatto. In questo mestiere (quello del cinema, ndr) ognuno di noi e’ indispensabile: se fino ad oggi si faceva tutto in cento domani non possiamo farlo in cinquanta. Questo e’ il mio un augurio”.

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Fonte Agenzia DIRE www.dire.it