Didattica a distanza, pro e contro di un metodo inaspettato
Di Rossella Mennella – È passato più di un mese da quando studenti e docenti sono alle prese con la didattica a distanza, causata dal lockdown. Ma cos’è questa didattica a distanza? Quali sono i suoi limiti? Davvero è riuscita a sostituirsi alla più convenevole didattica svolta in classe?
C’è da dire che già il termine ”distanza” non richiama nulla di buono e in effetti questo tipo di didattica lo sta in parte confermando. Iniziamo col dire che questa didattica è stata imposta da un giorno all’altro agli alunni e ai loro insegnanti. Qui si apre uno scenario che fa ben dedurre quanta impreparazione c’è stata soprattutto all’inizio, da parte di tutti. In primis per fare fronte ad una didattica a distanza soddisfacente, è necessario un buon dispositivo per potersi collegare a internet (per fortuna alcuni istituti scolastici hanno concesso i loro portatili agli studenti sprovvisti), una connessione ad alta velocità, senza dimenticare la voglia di apprendere dei partecipanti e l’abilità da parte dei docenti nel tenere una lezione con l’ausilio di una piattaforma on-line da utilizzare anche per presenziare ai consigli di classe.
Le difficoltà che si sono presentate sono numerose e sono le stesse per studenti e insegnanti. Problemi di connessione che rallentano i tempi per ogni video lezione, difficoltà nella gestione della piattaforma con un notevole rallentamento nel processo di apprendimento, l’ impossibilità nel valutare il reale lavoro svolto dagli studenti, verifiche inconcludenti nella valutazione delle competenze, disagi nella gestione degli alunni BES che necessitano di una didattica differente, senza trascurare chi ha difficoltà visive e uditive, lezioni dispersive, spesso interrotte da problemi di connessione e da facili distrazioni da parte degli studenti. Inoltre il lavoro svolto dai docenti e raddoppiato dal fatto che oltre alla lezione e al dover riportare tutto sul registro elettronico, si vedono costretti a trascrivere assegno e lavoro svolto, sulla piattaforma, a volte sui cellulari dei propri studenti e di inviare il materiale tramite email.
La DAD in più come lamentano tanti insegnanti non rientra tra le mansioni dei docenti, stabilite dal contratto di lavoro, obbligandoli a scelte didattiche che non sono idonee per tutti gli alunni ( vedi gli alunni disabili che necessitano di una assistenza particolare o del piano educativo individualizzato o del PDP), inoltre la didattica a distanza potrebbe comportare violazioni sul diritto alla salute e violazioni della privacy.
Ma considerata la grave emergenza sanitaria questo risulta essere per ora, l’ unico modo per garantire agli alunni la fine del programma scolastico, ancor di più, per sostenerli psicologicamente, in quanto scagliati con prepotenza in una situazione che ha fortemente destabilizzato chiunque, recando a loro ansie e angosce ulteriori sul loro futuro, una serie di preoccupazioni che vissute in solitudine soprattutto alla loro età, possono essere pesanti da gestire in assenza di confronto e di un assistenza adeguata.
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