“L’Italia Serva” di Dante. Oggi come allora…
di Pina Mari – “Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiere in gran tempesta, non donna di provincie ma di bordello!”, VI canto del Purgatorio. Divina Commedia. Un noto filosofo napoletano Giambattista Vico parlò dei corsi e ricorsi storici e ripensando a quanto scriveva Dante Alighieri tale teoria mi sembra molto veritiera. Infatti analizzando la terzina del poeta fiorentino sembra incredibile come i temi possano risultare così moderni.
“L’italia serva” così la definisce Dante, ovvero “schiava dei tiranni”, lasciata in balìa dei signori locali che approfittano della guerra tra Guelfi e Ghibellini per trarne ricchezza e potere.
Tema attuale, credo! Come Non mai infatti stiamo attraversando un periodo buio, brutto per chiunque. I nostri Guelfi e Ghibellini ci fanno pensare al PD, ai 5 stelle e alla Lega, anche se non lottano più idee discordi riguardanti Chiesa e Impero ma, ribadisco, per fama e potere.
Per non parlare dei cittadini che invece di battersi per i propri diritti, soprattutto nei valori, si sono accontentati delle elemosine dello Stato e di essere servi dei potenti.
“Sede di dolore”, scrive il poeta facendo riferimento ai continui conflitti bellici tra Chiesa e Impero per la conquista di territori e ricchezze. Ma oggi dovrebbe essere diverso perché l’Italia è una Repubblica democratica che garantisce il diritto al lavoro e all’occupazione. Eppure ci ritroviamo in piena crisi economica con più di sette milioni di cittadini che possono considerarsi poveri non avendo un lavoro e una casa.
Cosa poteva saperne Dante di tutto ciò? . “Nave senza nocchiere”, la guida solida su cui dovrebbe contare l’Italia in questo momento. I vari “Nocchieri” ahimè si sono arricchiti e l’Italia non è più una signora dei popoli ma una donna di bordello pronta a offrirsi a chiunque.
L’italia che tanto accusa Dante viveva in una condizione di incertezza, data dall’assenza di un potere stabile proprio come oggi.
Pina Mari