VIDEO | Rampelli: “Vediamo se ci sono più mafiosi in Italia o nazisti in Germania”
- Alfonso Raimo
- 09/04/2020
- Europa, Politica
- a.raimo@agenziadire.com
ROMA – “Le decisioni che prenderà l’Ue ci faranno capire se ci sono più nazisti in Germania o mafiosi in Italia”. Lo dice il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli, di Fdi, su twitter.
“SE NON CI SOSTIENE, LA UE SI AUTOESTINGUE”
Della solidarietà dell’Unione europea il vicepresidente della Camera Rampelli ha parlatoanche in una videointervista all’Agenzia Dire. “La bandiera dell’Europa che avevo tolto giorni fa è ancora gelosamente custodita in un cassetto e lì resterà finchè l’Europa non ci mostrerà solidarietà e non ci sentiremo effettivamente protetti come è necessario e indispensabile”, dice.
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“Penso che alcuni fenomeni accaduti nel corso degli anni, non ultimo il coronavirus, stiano a dimostrare che l’Europa deve occuparsi di questioni rilevanti come la politica estera e i flussi migratori, e deve farlo senza guardare i conti, senza accettare veti di Paesi che non sono nemmeno fondatori come l’Olanda”. L’Italia, ricorda Rampelli, “è una delle nazioni fondatrici, ci siamo sempre stati e io sono un europeista convinto. Il problema è che tutti i cittadini europei hanno in mente un’altra Europa che sia pari alla sua storia e alla sua grandezza, coi valori che ha emanato in ogni angolo del pianeta. E tra questi di sicuro non c’è l’egoismo. Mi fa specie ascoltare dal nostro presidente del Consiglio una reprimenda nei confronti dei nazionalismi che potrebbero approfittare di questa crisi per crescere a discapito delle ragioni comuni che fanno stare insieme i 27 Paesi europei. Non c’è peggior nazionalismo dell’ipernazionalismo, del superoismo, dell’egoismo nazionale che si sta riscontrando in queste settimane”.
Secondo il vicepresidente della Camera “siamo già fuori tempo massimo, totalizziamo 700 decessi al giorno, 18mila in tutto e qualcuno ha pronosticato che toccheremo i 30mila. Abbiamo migliaia di contagi quotidiani. C’è dolore, ci si guarda dentro e ci si interroga sulle ragioni delle alleanze. Quelli che dovevano essere nostri amici si sarebbero dovuti sperticare per venirci incontro, invece stanno lì ancora a rinviare di ora in ora, settimana in settimana, per prendere decisioni che per noi sono salvavita per i nostri medici e infermieri. I soldi che ci occorrono devono andare per le nostre strutture sanitarie e le nostre imprese. Nessun Paese occidentale è nelle condizioni di poter bloccare la propria economia senza perire. Noi per ora l’abbiamo fatto per qualche settimana ma dobbiamo immediatamente reagire anche con il sostegno dell’Ue. Se si manifesterà vuol dire che esiste, altrimenti non sarà il mio gesto di ripiegare la bandiera a determinare la fine dell’Europa. Ma è l’Europa che si è autoestinta”, conclude Rampelli.
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“DRAGHI RAPPRESENTA LE BANCHE NON IL POPOLO”
Mario Draghi potrebbe essere l’uomo che mette insieme fazioni contrapposte in vista di una battaglia comune? Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fdi, non condivide questa analisi. “Io non esprimo giudizi negativi nei confronti di Mario Draghi che è una persona di alto profilo, stimata a livello nazionale e internazionale, che ha fatto sicuramente un ottimo lavoro a capo della Bce. Ma la sua è una carriera tutta consumata all’interno degli istituti di credito, dei quali ha rappresentato gli interessi”, dice Rampelli, che aggiunge in forma ancora più esplicita: “Io non credo che si possano servire contemporaneamente due padroni: Draghi può aiutare l’Italia dal punto di vista della riforma del credito, può aiutare l’Italia e anche l’Europa a riguadagnare terreno rispetto a un campo minato che abbiamo conosciuto in questi anni e che ha visto morti e feriti, in particolare tra le famiglie e i consumatori. Ma non credo che possa essere la persona idonea a rappresentare gli interessi del popolo. Il popolo è la controparte delle banche. Come si fa a essere pro-banchieri da un lato e pro-popolo dall’altra?”
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“FIDUCIA SU CURA ITALIA DISATTENDE APPELLO MATTARELLA”
La fiducia messa sul decreto cura Italia “e’ una grande delusione. Perchè oltretutto c’è stato un appello chiaro da parte del capo dello Stato, che ringraziamo per questo. Siamo davvero in guerra, per cui noi abbiamo risposto positivamente a questo appello. Ora se metti la fiducia significa che non recepisci le proposte dell’opposizione e quindi stai disattendendo questo appello e questo spirito”, dice ancora Rampelli (Fdi) durante l’intervista alla Dire.
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Il governo, aggiunge Rampelli, “è sempre in ritardo, dovrebbe andare da un ottimo orologiaio per farsi riparare il cronometro. Lo è stato nel rifornirsi di mascherine. Lo è stato sui respiratori meccanici. Lo e’ oggi sulla chiusura dei porti”. Il vicepresidente della Camera ricorda che “Meloni lo ha detto trenta giorni fa. Loro oggi starebbero valutando di dichiarare i porti italiani ‘porti insicuri’ per non accogliere più nessuno. Perchè la nazione è insicura e c’è il rischio che noi contagiamo anche gli immigrati che a loro volta rischiano di diventare degli untori e diffondere a loro volta il contagio. Non ci vuole una scienza per capirlo. Eppure – osserva ancora Rampelli – sono girate immagini di questi immigrati che se ne fregano dei decreti e girano in gruppo, giocano a calcio, fanno quello che vogliono senza che nessuno intervenga. Addirittura ci sono stati diversi casi di contagio in questi centri. Il ministero ha proposto lo spostamento in blocco di questi immigrati verso altri comuni… Così il cittadino italiano non si può trasferire neanche dal comune di residenza a uno più piccolo dove ha una seconda casa, ma gli immigrati possono farlo… Cose folli”.
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Fonte Agenzia Dire www.dire.it