Coronavirus, farmaco anti-artrite su 10 pazienti del Cotugno. In 3 migliorano dopo il trattamento
“Forse domani mattina sarà stubato il primo paziente a cui è stato somministrato il Tocilizumab”, spiega alla Dire il direttore della Uoc di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli Vincenzo Montesarchio
di Nadia Cozzolino
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NAPOLI – “Dei primi sei pazienti trattati con Tocilizumab, tre hanno avuto un miglioramento importante”. Lo ha spiegato alla Dire il direttore della Uoc di Oncologia dell’Azienda Ospedaliera dei Colli di Napoli Vincenzo Montesarchio, che insieme all’oncologo del Pascale Paolo Ascierto ha sperimentato l’uso del Tocilizumab, il farmaco off label che viene solitamente utilizzato nella cura dell’artrite reumatoide, per il trattamento dei pazienti con coronavirus.
Al momento nell’ospedale Cotugno di Napoli sono 6 (più uno ritrattato) i pazienti trattati con il nuovo farmaco e tra circa un’ora inizierà il trattamento per altri tre pazienti, per un totale di 10.
Il primo paziente a cui è stato somministrato il Tocilizumab “ha mostrato un miglioramento ulteriore. Nelle prossime ore – spiega Montesarchio alla Dire – si può ipotizzare di stubarlo, forse domani mattina, ma chiaramente ci sono molti paramenti da valutare. Se resta stabile o migliora potremmo stubarlo”. Un altro paziente “e’ stato ritrattato ed è stazionario, altri due sono stazionari e migliorano da un punto di vista respiratorio.
Un paziente invece è deceduto ieri (si tratta di un impiegato napoletano di 67 anni, ndr) ma aveva una grossa patologia neurologica pregressa”. Secondo le segnalazioni pervenute al Cotugno un paziente 80enne di Fano (Pesaro e Urbino) a cui è stato somministrato il Tocilizumab “è migliorato. Altri dieci pazienti – sottolinea Montesarchio – sono stati trattati a Modena, e ancora a Bergamo, Milano e ieri a un trentenne di Roma”. Il direttore dell’Uoc Oncologica dell’azienda dei Colli spiega che occorre “aprire e chiudere lo studio clinico nel più breve tempo possibile.
La rianimazione del Cotugno è in ginocchio, se questo farmaco – spiega – è in grado di anticipare l’uscita dalla rianimazione, già solo questo è un nobile scopo. Se, su sei pazienti, la risposta positiva è pari al 50%, bisogna andare avanti”.
Nadia Cozzolino
n.cozzolino@agenziadire.com
Fonte: Agenzia Dire – www.dire.it