Ok definitivo dal Parlamento. Il divorzio breve è legge
Si accorciano i tempi per chi vorrà porre fine al proprio matrimonio. La Camera (398 sì, 28 no e 6 astenuti) ha approvato il divorzio breve. Il che significa che non saranno più necessari 3 anni per dirsi addio, come previsto dalla riforma della legge Fortuna-Baslini, ma solo 6 mesi, se la separazione è consensuale, e al massimo un anno se si decide di ricorrere al giudice. “
La legge approvata dalla Camera contiene numerose novità. I tempi, innanzitutto. Fino a oggi lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio poteva essere chiesto da uno dei coniugi non prima di tre anni di separazione. Con il divorzio breve il termine scende a 12 mesi per la separazione giudiziale e a 6 mesi per quella consensuale, indipendentemente dalla presenza o meno di figli. Novità, poi, sulla comunione dei beni che si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale; prima si realizzava solo con il passaggio in giudicato della sentenza di separazione. Infine c’è l’applicazione immediata: il divorzio breve sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Non è stato affatto facile arrivare a questo punto.
E pensare che nel 1800 il Codice di Napoleone già consentiva di sciogliere i matrimoni civili, (ma serviva il consenso dei genitori e dei nonni). Ma con l’Italia unita, il divorzio rimase un tabù: Nel 1902 non fu approvata una direttiva del governo Zanardelli che prevedeva il divorzio solo in caso di adulterio, lesioni al coniuge, condanne gravi. Bisogna così arrivare alla seconda metà degli anni Sessanta per l’avvio della battaglia in nome del divorzio: con il progetto di legge del socialista Loris Fortuna, le manifestazioni dei radicali, la Lega italiana per l’istituzione del divorzio. Écosì si arriva alla svolta, al dicembre 1970 quando radicali, socialisti, comunisti, liberali e repubblicani approvarono la legge; contrari la Dc e il Msi. Ma anche allora la strada fu tortuosa.
L’Italia cattolica, antidivorzista, chiese il referendum: il 12 maggio 1974, l’87,7% degli italiani andò al voto per scegliere se abrogare o meno la legge Fortuna-Baslini; grazie a quasi il 60% dei no, restò in vigore. Arriva, poi, la prima forma di divorzio breve, con la riforma nel 1987 e con i tempi del divorzio che passano dai 5 ai 3 anni. Oggi l’ulteriore grande passo, in attesa del divorzio immediato, stralciato dal Ddl, e del riconoscimento degli altri diritti civili che l’Italia ancora aspetta.
Ecco le nuove norme sul divorzio breve:
Sei mesi per dirsi addio. Al massimo un anno, se si decide di ricorrere al giudice. Il via libera al divorzio breve, rappresenta una vera e propria svolta per l’Italia visto che va a
modificare una norma di oltre 40 anni fa.
Non saranno più necessari gli attuali tre anni di attesa, innanzitutto, indipendentemente dalla presenza o meno di figli; restano i due gradi di giudizio.
Il termine decorre dalla comparsa dei coniugi davanti al presidente del tribunale. Novità temporale anche per la divisione dei beni: la comunione dei beni si scioglie quando il giudice autorizza i coniugi a vivere separati o al momento di sottoscrivere la separazione consensuale. L’ordinanza con la quale sempre i coniugi sono autorizzati a vivere separati è comunicata all’ufficiale di stato civile ai fini dell’annotazione dello scioglimento della comunione.
C’è poi l’applicazione immediata: il ‘divorzio breve’ sarà operativo anche per i procedimenti in corso. Dal provvedimento, durante la discussione al Senato, è stata stralciata la norma che prevedeva il divorzio immediato, cioè senza separazione.
Una norma che avrebbe “rallentato” il percorso visto che sul tema si sono registrate posizioni politiche contrastanti che avrebbero spaccato la maggioranza. Da qui la scelta di affrontare la discussione con un percorso autonomo e di garantire tempi brevi all’approvazione definitiva che domani potrebbe diventare realtà
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