All’Irlanda il 6 Nazioni di rugby. Azzurri travolti dal Galles 61 a 20
L’Irlanda ha vinto il Sei Nazioni di rugby, bissando il trionfo dello scorso anno e portando a 21 il totale nella storia del torneo. Un successo ottenuto per differenza punti, grazie alla vittoria 40-10 sulla Scozia a Murrayfield, rendendo inutili i pur ampi successi ottenuti sempre oggi dall’Inghilterra a Twickenham sulla Francia (55-35) e del Galles all’Olimpico sull’Italia (61-20).
- La classifica finale:
- Irlanda (diff +63),
- Inghilterra (+57) e Galles 8 (+53);
- Francia 4;
- Italia 2;
- Scozia
Il Sei Nazioni 2015 dell’Italia finisce con la peggiore sconfitta casalinga azzurra (per numero di punti subiti) nel torneo più antico al mondo di rugby. Quello del Galles, invece, prosegue oltre gli 80′ dell’Olimpico, e si sposta ora davanti alla tv per seguire i match dell’Inghilterra e dell’Irlanda che devono battere rispettivamente la Francia (di 16 punti) e la Scozia (di 20 punti) per impedire che i Dragoni, vittoriosi oggi a Roma 61-20, si aggiudichino il Torneo. All’Italrugby, orfana del capitano Parisse, non resta che leccarsi le ferite, nel giorno dell’ultima apparizione al Sei Nazioni di Mauro Bergamasco, il giocatore piu’ longevo nella storia del torneo, che a fine stagione si ritirerà.
Dopo un buon primo tempo terminato 13-14, infatti, il XV azzurro resta negli spogliatoi e viene travolto dalla squadra ospite, capace di mettere a segno otto mete e infliggergli un parziale di 7-47. Eppure non passa neppure un minuto di gioco e Haimona sfrutta la prima occasione per portare in vantaggio gli azzurri, segnando subito il 3-0 che esalta gli oltre 65mila spettatori presenti all’Olimpico. Ma la partita del figiano equiparato, n.10 azzurro, finisce subito al 5′ (frattura scomposta del radio del braccio destro) e Brunel è costretto a buttare in campo Orquera. Dopo nemmeno due minuti Halfpenny, dai trenta metri, mette tra i pali il calcio piazzato del 3-3. Poi Biagi prende a due mani la touche, Charteris fa fallo e Orquera realizza il 6-3 sul calcio piazzato accordato dall’arbitro Pollock. La risposta dei Dragoni, passa ancora dai piedi di Halfpenny che dai 40 metri segna il piazzato concesso per un’ostruzione azzurra e pareggia i conti (6-6).
Ma il pubblico vede un’altra Italia rispetto a quella scesa in campo con la Francia una settimana fa e lo sottolinea incitando il XV di casa. Al 19′ però arriva la prima meta gallese (6-11) con Roberts. Ma la prima linea azzurra gioca bene, l’Italia spinge fino a fondo campo e Venditti sfonda la linea rossa realizzando la prima meta casalinga italiana in questa edizione del Sei Nazioni. Poi Orquera concretizza tra i pali il 13-11. Il Galles sa che deve vincere con un ampio margine per sperare ancora di trionfare nel Torneo, ma subisce l’Italia che prova a involarsi con Vunisa. Halfpenny lo ferma, subendo una botta in testa che lo costringe a lasciare il campo stordito.
Sul finire del tempo, però, il XV rosso segna con Biggar, il calcio piazzato del vantaggio (13-14). Non male per questa Italia che secondo le intenzioni del coach gallese Gatland doveva essere spazzata subito via. Ma è soltanto un’illusione, perché l’Italia resta negli spogliatoi e il Galles l’eclissa piazzando ben otto mete: con Liam Williams, con North per tre volte, Scott Williams, Webb, e il capitano Warburton. Soltanto l’orgoglio spinge in contropiede Sarto che segna la meta del 18-61, dopo la conferma televisiva del TMO, meta trasformata da Orquera per 20-61. Troppo poco per quest’Italia, che grazie al successo sulla Scozia evita il ‘cucchiaio di legno’ ma non l’ennesima bastonata nell’anno che conduce ai Mondiali.
Brunel in bilico “umiliati,decida presidente” – Serviva una riscossa dopo il ko della Francia e, invece, l’Italrugby si lascia travolgere dal Galles, nell’ultima partita del Sei Nazioni. E, al termine della sfida dell’Olimpico, il ct azzurro Jacques Brunel non si nasconde e affida la sua testa alla squadra e al presidente della Fir, Alfredo Gavazzi. “Penso di lasciare l’incarico? E’ una domanda da fare alla squadra e al presidente che decideranno -dice il francese -. In rapporto alla preparazione della partita e come si è svolta, penso che non potevo fare di più. Io sono dentro la squadra, ho preso lo stesso punteggio della squadra, anche per me è stata un’umiliazione”. Il successo di Murrayfield ha evitato il ‘cucchiaio di legno’, ma è difficile vedere altre luci in questa edizione del Torneo, nella stagione che culminerà in autunno con i Mondiali. “Dopo la vittoria con la Scozia, siamo andati indietro nelle ultime due partite. Oggi non so se siamo andati indietro rispetto allo scorso anno – aggiunge il ct azzurro -. Faremo un bilancio sulle nostre prestazioni, sulla gestione, sui giocatori e tutto. Adesso usciamo con un risultato incomprensibile. Ma non posso fare un bilancio ora. Lo faremo in settimana, con calma”.
Inspiegabile la seconda frazione del XV di casa. “Dobbiamo cercare di capire come abbiamo potuto fare un secondo tempo così – ammette Brunel -. Questa è la mia domanda, non ho nessuna spiegazione. Nel primo tempo la squadra è stata in partita, era al livello dei gallesi. Ho pensato veramente che saremmo stati fino alla fine in corsa per la vittoria. Nel secondo tempo la partita è andata male e poi anche peggio con tutti gli errori individuali che avete visto. E’ una delusione in rapporto al nostro comportamento e alla capacità della squadra di reggere tutta una partita. Siamo caduti sul piano mentale in maniera incomprensibile”. Simile l’analisi di Lorenzo Ghiraldini, oggi capitano al posto dell’infortunato Parisse. “Bisogna fare un salto mentale importante – riconosce il tallonatore in forza al Leicester Tigers -, tutte le volte che abbiamo fatto un errore siamo andati un po’ nel pallone e questo non può succedere a questi livelli. E’ successa la stessa cosa la settimana scorsa. A livello mentale dobbiamo crescere molto. Abbiamo fatto 40 minuti di buon livello ma 40 non bastano, serve una prestazione mentale costante. Gli errori ci possono stare ma la reazione non è stata adeguata”. Unica consolazione, la buona prestazione della prima linea vista nel primo tempo. “Nella nostra storia – rileva l’azzurro -, il nostro gioco parte lì davanti e quando abbiamo fatto grandi partite è partito tutto da lì”.