Jazz e Rock contro il totalitarismo
Articolo del Prof. Pancrazio Caponetto
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I regimi totalitari del Novecento (nazismo, comunismo ) hanno avuto come obiettivo comune la conquista del consenso delle masse attraverso la mobilitazione permanente. Per questo le organizzazioni giovanili ( Gioventù hitleriana e Lega delle giovani tedesche in Germania; Komsomol, gruppo giovanile del Partito Comunista in Russia ) sono state molto importanti nei totalitarismi. L’educazione, la formazione dei giovani era interamente finalizzata a fare di loro persone che dovevano essere parte attiva dei regimi totalitari, sostenendoli con entusiasmo.
Eppure nella Germania nazista e nella Russia comunista vi furono gruppi di giovani che sfuggirono in qualche modo al controllo totalitario, proponendo stili di vita, modi di pensare alternativi alla cultura dominante. Questi gruppi trovarono un terreno comune nella musica moderna ( jazz, rock ).
Nella Germania nazista una forma di opposizione al regime fu quella degli swing boys, giovani che ascoltavano jazz, musica che il nazismo considerava “degenerata”, prodotto di una razza inferiore, i neri americani. In un rapporto della Gioventù Hitleriana, citato nel volume di Valerio Marchi, TEPPA, STORIE DEL CONFLITTO GIOVANILE DAL RINASCIMENTO AI GIORNI NOSTRI, gli swing boys vengono così descritti: ” I ballerini erano uno spettacolo orrendo. Nessuna coppia ballava normalmente; era tutto un dondolare della peggior specie. Certe volte due ragazzi ballavano con una ragazza, a volte più coppie formavano un circolo incrociando le braccia e saltando. I maschi si davano un tono portando i capelli lunghi, anche fino al colletto della giacca…Anche le ragazze mostravano una predilezione per i capelli lunghi e lisci. Avevano le sopracciglie sottolineate dalla matita, rossetto sulle labbra e unghie laccate.”
Bande simili agli swing boys, nacquero anche nella Francia occupata dai nazisti, dove presero il nome di zazous. La stampa francese che collaborava con il nazismo li descriveva con ,lo stesso disprezzo riservato agli ebrei. Ciò dimostra come questi gruppi giovanili fossero considerati, per il loro modo di vivere, una sfida e un pericolo . Bisogna ricordare che per il nazismo la musica, la “vera” musica tedesca, in particolare quella di Richard Wagner, amata da Hitler e considerata “pura” e “non contaminata” da influenze straniere, era un elemento fondante dell’identità nazionale. Il Ministro della propaganda e della cultura Goebbels, creò, infatti, la Reichmusikkammer, un’istituzione che aveva il compito di dirigere, organizzare e controllare la vita musicale del regime. Anche un altro gerarca nazista, Heinrich Himmler si occupò delle bande giovanili. Il disordine, l’assenza di formalità, la libertà nei rapporti fisici tipici di questi giovani, lo convinsero ad emanare due circolari nel 1943 e nel 1944, che prevedevano l’istituzione di un nuovo tipo di campo di concentramento per i minorenni, per sottoporre i priogionieri a selezione “genetico-criminologica” , curata dai medici che collaboravano con il regime. Un campo riservato ai maschi, sorse nell’ex colonia penale di Moringen, uno per le ragazze fu istituito nelle vicinanze di Ravensbruck.
Eppure ancora nel 1944, le bande giovanili dimostravano la loro vitalità, come leggiamo in un’altra circolare di Himmler: ” Negli ulitimi anni e con sempre maggiore frequenza si sono costituite bande di giovani in ogni parte del Reich, che mostrano tendenze asociali e delinquenziali più che di opposizione politica e impongono quindi, soprattutto tenendo presente l’assenza di molti padri a causa della guerra, il più stretto controllo da parte della Hitlerjugend (Gioventù hitleriana ) e degli insegnanti.”
Swing boys ed altre bande giovanili non costituivano un’opposizione politica, d’accordo, ma se pensiamo che nel regime nazista gli episodi di dissenso furono pochissimi, non possiamo non considerare queste esperienze come testimonianze di libertà.
In Unione Sovietica, negli anni Cinquanta del Novecento, nacquero gli stilyagi giovani che ascoltavano di nascosto dischi di musica jazz americana ( genere musicale proibito dal partito Comunista ). Gli stilyagi seguivano The Voice of America, la radio ufficale del governo degli Stati Uniti che aveva un programma dedicato al jazz. I ragazzi erano vestiti con pantaloni stretti, giacche a scacchi, cravatte sgargianti e si lasciavano crescere i capelli , le poche ragazze che li seguivano avevano capelli corti, scarpe con i tacchi e gonne con lo spacco.
Prima che iniziasse la guerra fredda, il cinema, la musica, la letteratura americana avevano una certa presenza in Unione Sovietica, diffusi da ufficiali e soldati dell’Armata Rossa. Con la divisione del mondo in blocchi contrapposti di potenze, tutto questo venne cancellato ufficialmente, almeno fino all’epoca della distensione, inaugurata del nuovo segretario del partito Comunista Kruscev, alla metà degli anni Cinquanta. Tracce di musica e cultura americana sopravvissero solo tra ristretti gruppi giovanili, come gli stilyagi. Negli anni dello stalinismo la loro vita fu difficile. I mezzi di comunicazione di massa lanciarono contro di loro campagne di denigrazione. Allo jitterbug ( il modo di ballare lo swing amato dagli stilyagi ) , il Partito Comunista contrappose il valzer, la polka e la quadriglia. Il Komsomol, l’organizzazione giovanile sovietica, spesso faceva irruzione nei locali dove si riunivano gli stilyagi e i ragazzi venivano sottoposti al taglio dei capelli.
In un articolo comparso su IL MANIFESTO, qualche mese fa, Francesco Adinolfi ha ricostruito il modo seguito dagli stilyagi per ascoltare e diffondere la musica. Siccome in Unione Sovietica vi era scarsità di materiale plastico per le incisioni musicali, si usavano le lastre a raggi X. Sulle radiografie si incidevano con strumenti ricavati da vecchi fonografi brani di musica jazz e rock ( Bill Haley, Pat Boone, Elvis Presley, Paul Anka ).
Anche il cinema si è occupato dei giovani appassionati di jazz e rock nei regimi totalitari. Nel 1993, Thomas Carter ha girato Swing Kids, film ambientato nella Germania degli anni Trenta che narra la storia di alcuni adolescenti amanti della musica jazz.
Un film del 2008 opera del regista russo Valery Todorovsky, racconta invece le vicende di un gruppo di stilyagi, è una sorta di musical con molte scene di balli. Su internet si possono trovare recensioni e scene di questi film.