Costa Concordia: 16 anni a Francesco Schettino
Francesco Schettino è stato condannato a 16 anni di reclusione e a un mese di arresto per il naufragio della Costa Concordia. E’ stato interdetto per 5 anni come comandante di nave. Lo ha stabilito il tribunale di Grosseto che lo ha anche condannato all’interdizione perpetua dai pubblici uffici.
Schettino e Crosta crociere sono stati condannati in solido a risarcire le parti civili, tra cui la Presidenza del Consiglio, alcuni ministeri, la Protezione civile, la Regione Toscana e il comune di Isola del Giglio.
Il tribunale di Grosseto ha respinto la richiesta di arresto di Francesco Schettino. Il giudici hanno ritenuto non sussistente il pericolo di fuga dell’ex comandante della Costa Concordia, condannato a 16 anni per il naufragio all’isola del Giglio.
“Combatterò sempre per dimostrare che io non ho abbandonato la Costa Concordia. Quanto al resto, aspetto di leggere le motivazioni della sentenza”. Questo un primo commento di Francesco Schettino “deluso” per la conferma del reato di abbandono della nave nella sentenza che lo condanna per il disastro del Giglio.
La camera di consiglio è durata circa otto ore. Schettino, diversamente da come aveva annunciato, non era in aula, e ha aspettato di conoscere la sentenza nei pressi di Grosseto. “Ha la febbre e non sta bene”, hanno detto prima dell’ingresso dei giudici i suoi avvocati. Poi verso le 20 il presidente Giovanni Puliatti ha letto la sentenza per un’altra ora buona. Schettino “è colpevole”, è iniziata la lettura della sentenza cui è seguito l’elenco delle condanne, e poi quello dei risarcimenti alle parti civili. Tolta l’udienza, i pm sono andati a salutare i difensori di Schettino. “Vi rendiamo l’onore delle armi”, ha detto loro il pm Alessandro Leopizzi. “Abbiamo vinto tutti”, ha risposto l’avvocato Domenico Pepe: “E’ una sentenza dura – ha poi spiegato ai cronisti – ma essere riusciti quasi a dimezzare le richieste esagerate della procura forse restituisce un po’ di onore” a Schettino. “Siamo soddisfatti – hanno commentato con i giornalisti i pm Maria Navarro, Alessandro Leopizzi e Stefano Pizza – I giudici hanno deciso per un completo accoglimento del nostro impianto accusatorio confermando tutti i reati”. E, accanto a loro, il già procuratore di Grosseto, da poco in pensione, Francesco Verusio, ha detto: “L’esito era scontato. Le prove raccolte erano tali che non poteva andare diversamente e i giudici hanno confermato tutte le accuse. Schettino ha sbagliato a voler andare al dibattimento”. E soddisfatta è anche la Costa. “E’ una sentenza molto equilibrata, che rende giustizia nell’interesse di tutti” dice l’avvocato Marco De Luca sottolineando che i risarcimenti stabiliti dal tribunale per le parti civili “sono in linea con quanto sempre offerto da Costa Crociere” ai passeggeri.
Il tribunale ha anche stabilito risarcimenti per le parti civili, sia enti pubblici (tra cui il Governo), sia per i naufraghi, passeggeri e membri dell’equipaggio. Pagheranno ‘in solido’, Schettino e Costa Crociere spa, responsabile civile nel processo. Tra le provvisionali, 1,5 mln per il ministro dell’Ambiente, uno per la Presidenza del Consiglio dei Ministri, 500.000 euro per ministeri di Difesa, Infrastrutture, Interni e Protezione Civile. Sarà risarcita anche l’unica vittima dei 32 deceduti sulla nave per cui qualcuno si è costituito nel processo: una cittadina tedesca senza eredi che è stata rappresentata dal suo Governo. I parenti delle altre vittime avevano già trattato i risarcimenti fuori dal processo. Invece, tra i passeggeri, compare Domnica Cemortan, la moldava che cenò con Schettino e salì in plancia per l’inchino al Giglio: per lei, come per gli altri, i giudici hanno quantificato 30.000 euro di danni. Per il Comune del Giglio il sindaco Sergio Ortelli ha detto che “sulla provvisionale avremmo auspicato più coraggio da parte del tribunale”: 300.000 euro è molto meno dei 20 milioni di provvisionale chiesti dal municipio dell’isola.