A Tokyo piccoli robot danzanti
La danza armonica e all’unisono di cento robot celebra la terza edizione di Robi, il rivoluzionario umanoide di De Agostini Publishing, avvenuta al MaruCube del Marunouchi Building, uno dei luoghi piu’ moderni di Tokyo. Un’iniziativa record per l’automa da costruire “pezzo dopo pezzo con un semplice cacciavite” con la raccolta dei fascicoli, come dice il suo inventore Tomotaka Takahashi, e che ha generato finora oltre 100 milioni di euro di fatturato a livello globale.
In Giappone sono circa centomila le famiglie che hanno adottato un esemplare di Robi. “E’ stata una nuova sfida dato che finora i robot erano più una cosa meccanica, con parti in ferro e forma più simile a una macchinetta meccanica, ma poi ho voluto creare qualcosa che contenesse carattere del design di animazione e tecnologia dei macchinari di precisione”, spiega all’ANSA Takahashi. “Penso che un piccolo robot sarà il dispositivo di comunicazione e, in questo senso, Robi è un grande passo, ma altri devono essere fatti. In un paio di anni vedremo prodotti rivoluzionari e spero di poter essere io l’autore”, conclude Takahashi, classe 1975, laurea in ingegneria e professore associato, tra gli altri incarichi, al Centro di Ricerche e Tecnologie avanzate dell’Università di Tokyo.
Robi comprende oltre 250 comandi, risponde quando lo chiami, cambia il colore degli occhi e dà il benvenuto quando si rientra a casa. Homy Hideyuki Ohya, a capo di De Agostini Japan, esprime soddisfazione per il “primo ballo sincronizzato di 100 robot mai fatto al mondo”, ribadendo la semplicità di assemblaggio con pezzi distribuiti in “70 fascicoli totali in un arco temporale di 1 anno e mezzo”.