Atto in cancelleria quando la Pec non è indicata
Solo l’indicazione della posta elettronica certificata nel ricorso, senza altre precisazioni, fa scattare l’obbligo della notificazione telematica. Un dovere che invece non c’è quando il riferimento alla Pec è esplicitamente limitato alle comunicazioni di cancelleria. La Corte di cassazione, con la sentenza 25215 depositata ieri, respinge la richiesta tesa a far dichiarare inammissibile un controricorso, perchè notificato presso la cancellaria malgrado l’indicazione, nel ricorso, della posta elettronica certificata.
I giudici della Sesta sezione tornano a fare il punto sui cambiamenti messi in atto con l’approvazione della legge 183/2011, intervenuta sull’articolo 366 del codice di rito civile e applicabile al caso specifico riguardante un ricorso notificata a marzo 2013. La norma, riguardo alla domiciliazione per legge, ora dispone che «se il ricorrente non ha eletto il proprio domicilio a Roma, ovvero non ha indicato l’indirizzo di posta elettronica certificata al proprio ordine, le notificazioni gli sono fatte presso la cancelleria della Corte di cassazione».
Nel caso esaminato esisteva la duplice condizione dettata dal codice di rito. La ricorrente non aveva eletto il domicilio a Roma né aveva indicato nel ricorso l’indirizzo della Pec come richiesto dalla norma per le notificazioni. Nell’intestazione del ricorso, infatti, il solo riferimento alla posta certificata riguardava uno dei difensori ed era indicato ai soli fini delle comunicazioni di cancelleria.
La Corte considera dunque ammissibile il controricorso notificato alla cancelleria. I giudici precisano che, anche ipotizzando l’irritualità della notifica, la nullità, nel caso esaminato, non avrebbe potuto essere dichiarata in virtù del raggiungimento dello scopo, come previsto dall’articolo 156 terzo comma del codice di procedura civile. Il ricorrente aveva, infatti, ammesso di aver avuto conoscenza dell’atto perchè il controricorso gli era stato inviato via fax dalla cancelleria della Corte di cassazione.
Fonte: Patrizia Maciocchi, Il Sole 24 Ore