Carceri disumane, l`Ue boccia i ricorsi
L`Italia perde il primato negativo di primo Paese per numero di fascicoli aperti davanti alla Corte europea dei diritti umani per il sovraffollamento delle carceri. La Corte di Strasburgo ha infatti respinto ieri tutti i ricorsi presentati negli ultimi anni dai detenuti italiani per aver subito un trattamento inumano, a causa delle condizioni di reclusione.
Per i giudici europei sono dunque validi i rimedi risarcitori introdotti nel nostro ordinamento e i ricorrenti possono ora ottenere giustizia dai tribunali italiani. La decisione era nell`aria perché già nei mesi scorsi la Corte aveva respinto le prime decine di ricorsi, alla luce delle stesse considerazioni. Ma stavolta impressionano i numeri visto che è stata respinta la parte più consistente della montagna delle 3564 istanze arrivate in questi anni a Strasburgo, con il risultato di azzerarle tutte. Palpabile la soddisfazione del ministro della Giustizia Andrea Orlando, che pure riconosce come ci sia ancora «moltissimo da fare per rendere la pena e il carcere sempre più in linea» con la funzione rieducativa indicata dalla Costituzione: la decisione «sancisce definitivamente la serietà e la correttezza messa in campo dal Governo nell`affrontare la drammatica emergenza del sovraffollamento carcerario con cui abbiamo dovuto fare i conti fin dai primi giorni dell`insediamento a Via Arenula».
Con la sentenza Torreggiani, nel gennaio del 2013, la Corte di Strasburgo aveva condannato l`Italia per aver sottoposto a trattamento degradante sette detenuti avendoli tenuti in celle dove disponevano di tre metri quadrati a testa. I giudici
europei avevano dato al governo e al Parlamento un anno di tempo per assicurare ai detenuti di poter ottenere la fine della violazione e un risarcimento per il trattamento
subito dai giudici nazionali. Erano stati allora messi in campo i primi provvedimenti «svuotacarcere» ma soprattutto l`estate scorsa il decreto – poi convertito in legge – che ha previsto sconti di pena (un abbuono di un giorno ogni dieci passati in celle sovraffollate) o un risarcimento economico (8 euro al giorno, per chi è già uscito dal carcere) ai detenuti che sono stati ristretti in celle in «condizioni inumane». Rimedi
apparsi ora congrui ai giudici europei, come sottolinea lo stesso Orlando: «La Corte di Strasburgo riconosce al nostro Paese l`impegno sia nell`aver messo sotto controllo il sistema sia nell`aver trovato soluzioni efficaci di risarcimento per i detenuti rispetto a una problematica che rischiava di costare all`Italia una pesante condanna sia in termini economici che di immagine, proprio durante il nostro semestre di Presidenza Europea».
A meno di due anni di distanza dalla sentenza Torreggiani nelle 203 carceri italiane il sovraffollamento resta, ma si è sensibilmente ridotto. In base agli ultimi dati del
Dap, aggiornati al 31 ottobre del 2014, i detenuti sono 54.207 a fronte di 49.327 posti (ma la cifra sulla capienza non tiene conto di «eventuali situazioni transitorie»). Nel
gennaio del 2013 i reclusi erano invece 65.905 per 47.040 posti disponibili.