Medicina, addio ai test
L’annuncio del ministro Stefania Giannini: entro luglio la riforma, Accesso aperto a tutti. Primo anno decisivo
Addio al test di medicina. Dopo averlo già annunciato il ministro dell’istruzione e università Stefania Giannini lo ha ribadito ieri: entro il mese di luglio sarà riformulato il sistema di selezione per gli accessi alle facoltà di medicina ora vincolati al numero chiuso. Il modello a cui ci si ispirerà sarà quello francese che prevede l’immatricolazione aperta a tutti e poi la selezione basata sugli esami sostenuti e sul merito degli studenti. In sostanza tutti i candidati che lo desiderano possono iscriversi al primo anno di corso e la selezione si effettua basandosi sul risultato degli esami del primo anno, ammettendo al proseguimento degli studi soltanto gli studenti più bravi.
Il ministro ha anche parlato delle scuole di specializzazione, specificando di aver «trovato una quota di fondi per arrivare a un aumento che però non è sufficiente al ripristino delle quote dello scorso anno». Nel 2013 i posti per gli aspiranti camici bianchi in formazione furono 4.500 (500 in meno rispetto al precedente), per l’anno in corso sono scesi a circa 3.500. Ma qui il nodo da sciogliere rimane quello dello scollamento tra quanti si laureano ogni anno, circa 9 mila, e quanti invece riescono a entrare nelle scuole. Finora il calcolo del fabbisogno di medici in Italia, ha detto la Giannini, «è stato fatto con criteri discutibili e quando si tratta di mettere fondi sulle borse resta solo il Miur intorno al tavolo». L’obiettivo del ministero in questo senso, accanto a quello di rastrellare risorse in più, è quello di procedere a un doppio restyling. Da un lato riorganizzare le classi, le tipologie e la durata dei corsi, rivisitandone la durata. Dall’altro effettuare una revisione dell’attuale offerta formativa attraverso anche la fusione tra alcune vecchie tipologie di scuole. Ciò permetterà di semplificare e razionalizzare il quadro delle attuali tipologie di specializzazioni, visto che sono più di 50 le tipologie di corsi attualmente attive, ma anche di ottimizzare la qualità dell’offerta formativa.
Fonte: Articolo di Benedetta Pacelli per Italia Oggi