Fecondazione assistita, cade il divieto di eterologa. Corte Costituzionale: “Norma illegittima”
Cade l’ultimo paletto legislativo in merito alla fecondazione assistita. Da oggi le coppie potranno usare, anche in Italia, ovuli o spermatozoi provenienti da un donatore esterno
Il divieto di fecondazione eterologa è incostituzionale. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale che ha dichiarato l’illegittimità della norma della legge 40, che vieta il ricorso ad un donatore esterno di ovuli o spermatozoi nei casi di infertilità assoluta. Dopo aver affrontato la questione della conservazione degli embrioni, della diagnosi preimpianto e del numero di embrioni da impiantare nell’utero materno, per la seconda volta la Corte era stata chiamata a giudicare la legittimità costituzionale di quella che è stata definita, dagli avvocati difensori delle coppie, la norma ‘simbolo’ della legge 40, cioè il divieto di fecondazione eterologa.
Nel maggio 2012 la Corte costituzionale decise di restituire gli atti ai tribunali rimettenti, per valutare la questione alla luce della sopravvenuta sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo sulla stessa tematica.
La Consulta, in particolare, ha bocciato gli articoli 4, comma 3, 9, commi 1 e 3 e 12, comma 1, della legge 40. Questi prevedevano il divieto assoluto di fecondazione attraverso donatori esterni e sanzioni per i medici che la avessero praticata. I giudici hanno accolto i ricorsi presentati dai tribunali di Milano, Firenze e Catania. Le motivazioni, come prevede il regolamento, saranno depositate entro un mese. Incostituzionale, infine, anche l’art. 12 comma 1 sulle sanzioni: “Chiunque a qualsiasi titolo utilizza a fini procreativi gameti di soggetti estranei alla coppia richiedente, in violazione di quanto previsto dall’articolo 4, comma 3, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 300.000 a 600.000 euro”.
La decisione è arrivata dalla Camera di consiglio, dove i giudici della Consulta erano riuniti dalle 9.30 di questa mattina, sulla illegittimità costituzionale del divieto di fecondazione eterologa contenuto nella legge 40/2004, sulla procreazione medicalmente assistita.
Lorenzin: su eterologa necessario un intervento del Parlamento
“Una legge svuotata. Richiede un intervento parlamentare”. Lo ha detto il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a margine degli ‘Stati Generali della Salute’, in merito alla legge 40. In precedenza la titolare del dicastero della Salute aveva dichiarato: “Sono questioni che non si possono pensare di regolare con un atto di tipo amministrativo, ma necessitano una condivisione più ampia, di tipo parlamentare”. “Ci sono alcuni aspetti estremamente delicati – aveva sottolineato Lorenzin – che non coinvolgono solamente la procedura medica, ma anche problematiche più ampie, come ad esempio l’anonimato o meno di chi cede i propri gameti alla coppia e il diritto di chi nasce da queste procedure a conoscere le proprie origini e la rete parentale come fratelli e sorelle”.