Nicoletta Giorgi, la prima donna alla guida dei giovani avvocati italiani
Nicoletta Giorgi, 38 anni, padovana, è il primo presidente donna della storia dell’associazione italiana giovani avvocati, ed è anche, dagli anni ’90, il primo leader degli under 45 che arriva da una città del nord. La Giorgi, che raccoglie il testimone da Dario Greco, è stata eletta oggi, nella giornata di chiusura del XXII Congresso dell’Aiga, che si era aperto giovedì scorso a Palermo.
Quale sarà la priorità della sua presidenza? Certamente il contratto per i praticanti e i collaboratori di studio. Penso alla subordinazione prevista dal Dl 276/2003 che regola le prestazioni continuative e personali. Ci sono troppi colleghi che mandano avanti gli studi senza alcun riconoscimento. Il contratto riconoscerebbe il cambiamento da anni in atto nella nostra professione, e introdurrebbe le tutele che spettano a chi lavora in via esclusiva.
Nei due anni che ha a disposizione si può fare anche altro. Quali sono gli altri problemi della categoria che vorrebbe affrontare? Uno è certamente la Governance. Un’occasione importante sarà il Congresso dell’avvocatura che si terrà a Venezia nell’ottobre 2014. All’interno della nostra categoria ci sono troppe voci in contrasto che hanno reso difficile far accogliere, a livello politico, le nostre istanze. Pur lasciando inalterate le peculiarità di ogni associazione si dovrà creare un’assise comune che raccolga tutte le istanze in un’unica testimonianza. Mi piace pensare a un organismo presieduto a rotazione dalle varie componenti. Vorrei anche eliminare gli ostacoli che hanno portato l’Aiga fuori dall’organismo unitario dell’avvocatura.
Ci sono circa 56 mila professionisti che, non raggiungendo il tetto dei 10 mila euro l’anno sono rimasti fuori dalla Cassa ma la legge forense ora li obbliga a iscriversi. Il presidente della Cassa Alberto Bagnoli ha detto che potranno accedere con 2 euro al giorno. E’ sufficiente per rassicurali? Per ora si tratta di una bozza di regolamento. Stiamo aspettando la promulgazione definitiva. Si dovrà tener conto della situazione di questi colleghi evitando anche che ricadono sui
redditi più bassi le conseguenze del nuovo piano di stabilità. Inoltre l’Aiga dovrà monitorare la posizione di chi negli scorsi anni, pur sotto il reddito minimo ha deciso di iscriversi alla Cassa, per verificare che godano ancora delle agevolazioni provvisorie.
Più in generale, quali sono le sue idee, per risolvere i problemi della giustizia? Un migliore funzionamento della giustizia passa per l’ultimazione del processo telematico e un radicale cambiamento della gestione degli Uffici. Sarebbe opportuno introdurre la figura del Direttore generale del tribunale: un “laico” che diriga e controlli efficienza e raggiungimento degli obiettivi. Penso poi alle camere arbitrali come alternativa alla giurisdizione e a una riforma generale del sistema giudiziario penale e carcerario.
Fonte: Patrizia Maciocchi – Il Sole 24 Ore