Il Garante per l’infanzia: politiche adottate finora sono fallite
In Italia le politiche sinora adottate in materia di infanzia e adolescenza sono fallite e nel nostro Paese c’e’ una ”scarsa attenzione verso le necessita’ materiali e i diritti” dei minori: e’ il duro atto d’accusa contenuto nella Relazione al Parlamento 2013 del Garante per l’infanzia e l’adolescenza, che Vincenzo Spadafora ha presentato oggi alla presenza del presidente del Senato Grasso e del ministro della Giustizia Cancellieri. Dito puntato contro la mancanza di investimenti da parte dello Stato.
Il Garante premette di aver avuto in realta’ poco piu’ di due mesi di completa operativita’ nel corso del 2012, perche’ il Regolamento di organizzazione e contabilita’ dell’Authority e’ entrato in vigore solo il 14 ottobre 2012. Il poco tempo a disposizione comunque, si sottolinea, ”e’ stato sufficiente a permettere una pianificazione delle priorita’ di azione per l’anno 2013 e all’individuazione delle criticita’ che determinano in Italia una scarsa attenzione verso le necessita’ materiali e i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. A riprova del fallimento delle politiche, Spadafora cita i dati Istat gia’ noti: in Italia vivono in situazione di poverta’ relativa 1.822.000 minorenni, il 17,6% dei bambini e degli adolescenti. Il 7% dei minorenni (723.000) vive in condizioni di poverta’ assoluta; la quota e’ del 10,9% nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7% nel Centro e nel Nord del Paese. Ma soprattutto sottolinea il dato relativo al rischio di poverta’ ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o piu’ minorenni, che e’ pari al 70% al Sud a fronte del 46,5% a livello nazionale; 70 su 100 minorenni che nascono in una famiglia numerosa del Mezzogiorno d’Italia rischiano di essere poveri.
Nella Relazione dell’anno scorso il Garante aveva gia’ sollevato la problematica relativa all’impatto negativo della mancanza di investimenti, da parte della Stato, a favore dell’infanzia e dell’adolescenza. Quest’anno nulla e’ cambiato: ”la classe dirigente del Paese continua a non comprendere il valore di tali investimenti, che possono essere un antidoto per uscire dalla crisi e per non compromettere la crescita futura. Oltre a rispettare i diritti dei bambini e degli adolescenti che vivono in Italia, investire oggi su di loro significa domani avere un numero inferiore di famiglie povere da sostenere, meno sussidi per i disoccupati, meno spese per il disagio sociale, probabilmente meno spese per detenuti, piu’ lavoratori e quindi piu’ contributi per il welfare di domani”. Spadafora sottolinea poi come la frammentazione delle competenze istituzionali sull’infanzia e l’adolescenza viene confermata anche quest’anno come limite a un’azione realmente efficace: ”tali competenze, divise tra Ministeri, Commissioni, Comitati e Osservatori, rischiano di rendere le politiche per l’infanzia e l’adolescenza non efficaci” e annuncia che presentera’ al Governo e al Parlamento proposte per l’ottimizzazione delle risorse e per il coordinamento del settore.