Rischio pena di morte per l’attentatore di Boston
Sembra che Dzhokhar Tsarnaev stia rispondendo per iscritto alle prime domande degli inquirenti di Fbi e Cia, visto che ancora non puo’ parlare per la grave ferita da arma da fuoco alla gola. Le condizioni del diciannovenne attentatore di Boston sono serie, e viene trattato ancora con sedativi dai medici dell’ospedale in cui e’ ricoverato.
Difficile metterlo sotto torchio in queste ore. Ma le prime risposte date agli investigatori sono servite a formulare i primi capi di accusa. Il piu’ grave: uso di armi di distruzione di massa. Un reato per cui e’ prevista anche la pena di morte. A giudicarlo – come ha confermato la Casa Bianca – sara’ la giustizia civile, e non un tribunale militare. La speranza, ora, e’ che nei prossimi giorni il giovane sia in grado di spiegare cosa c’e’ dietro il terribile attentato della maratona.
Chi ha fornito ai due attentatori armi ed esplosivi? O il denaro per procurarseli? Queste le principali domande che gli investigatori si pongono da giorni. Non si trascura alcuna ipotesi, compresa quella del viaggio in Cecenia e in Daghestan dell’attentatore piu’ grande, nel 2012. E’ ormai chiaro che i due fratelli ceceni Tamerlan e Dzhokhar Tsarnaev (il primo ucciso in un confronto a fuoco con la polizia) lunedi’ scorso hanno agito da soli sulla scena dell’attentato. Ma si e’ alla caccia di eventuali complici e fiancheggiatori.
L’Fbi starebbe anche seguendo la pista della ‘cellula dormiente’, un gruppo di una decina di aspiranti terroristi da anni pronti ad intervenire. “Non abbiamo dubbi sul fatto che i fratelli Tsarnaev non hanno pianificato l’attentato da soli”, sostengono alcune fonti investigative citate dal britannico Mirror. “I congegni utilizzati per far esplodere le due bombe – spiegano – erano in realta’ altamente sofisticati e non un qualcosa che la gente puo’ imparare da Google”. Dunque, ordigni artigianali quanto si vuole, realizzati con pentole a pressione. Ma roba da professionisti.
Ecco che allora cresce la convinzione che qualcuno abbia addestrato i due fratelli ceceni, o fornito loro il materiale per fabbricare le bombe. Difficile dire quanto questa pista sia attendibile. Fatto sta che in Canada, nel corso di una imponente operazione condotta in collaborazione con le autorita’ statunitensi, sono state arrestate alcune persone sospettate di preparare un attacco terroristico. Fonti investigative affermano al momento come non ci sia alcun collegamento con le bombe di Boston. Ma e’ inevitabile pensare alle voci – non confermate ufficialmente – dell’esistenza di una ‘cellula in sonno’.
Intanto emergono nuovi particolari sul giovane attentatore ricoverato. Avrebbe ferite alla testa, al collo, a una gamba e a una mano. Gli investigatori sarebbero quindi rimasti impressionati dal fatto che in alcune immagini riprese dopo l’esplosione della prima bomba Dzhokhar viene immortalato come una persona assolutamente ‘calma’ in mezzo alla folla terrorizzata. Intanto e’ stato fissata la prima udienza: sara’ il 30 maggio.