Venezuela, 7 morti negli scontri dopo il voto
Lo scontro tra l’opposizione di Capriles e i chavisti di Maduro, scoppiate dopo la risicata e contestatissima vittoria elettorale dell’erede di Hugo Chavez, infiammano il Venezuela: sette persone sono morte mentre altre 161 sono rimaste ferite nelle proteste degenerate in violenza un po’ dovunque.
Il presidente eletto, Nicolas Maduro, e il leader dell’opposizione, Henrique Capriles, si sono rinfacciati reciprocamente la responsabilita’ delle tensioni che stanno scuotendo il paese. E nelle ultime ore il tono e’ salito ancora. Capriles accusa il presidente eletto di brogli e chiede il riconteggio dei voti, dichiarando “illegittima” la sua proclamazione (criticata dagli Usa come affrettata).
Maduro imputa a Capriles addirittura di aver pianificato un golpe (sventato, assicura) denunciando pure un presunto coinvolgimento “diretto” dell’ambasciata di Washington a Caracas. Dall’amministrazione Obama – accusata di trame golpiste anche dal presidente del Bolivia, Evo Morales, seguace di Hugo Chavez – oggi non sono mancate parole di aperta polemica contro l’ufficializzazione della vittoria di Maduro dopo che la Casa bianca ieri aveva definito “opportuna” una verifica dei voti.
Dopo le proteste dell’opposizione a suon di pentole (“cacerolazos”) che hanno tenuto banco in serata, durante la notte la tensione e’ arrivata alle stelle: si sono registrati attacchi contro le sedi del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv, il partito di Hugo Chavez), del Consiglio Nazionale Elettotorale (Cne) e di alcuni Centri di Diagnosi Integrale (Cdi), ambulatori nei quali lavorano i medici cubani inviati nel Paese dal regime amico di Raul Castro.
Il bilancio delle violenze, stando ai resoconti ufficiali riferiti alla stampa da Luisa Ortega Diaz, responsabile della Procura Generale, include sette persone sono morte, altre 161 ferite e 135 arrestate. Per loro potrebbe scattare l’accusa di “associazione per delinquere”. Tanto Maduro come altri alti dirigenti del “chavismo” hanno denunciato come “violenza fascista” la protesta degli oppositori, evocando un attacco “contro le istituzioni democratiche”. Il presidente eletto ha detto che Capriles e i suoi stanno “attizzando fuochi di violenza, come in Siria e in Libia”, avvertendo che “i responsabili di queste violenze finiranno in carcere”.
Il ministro degli Esteri, Elias Jaua, ha rincarato la dose sostenendo che “da ieri l’opposizione venezuelana ha cessato di essere democratica”, mentre il presidente dell’Assemblea Nazionale (An), Diosdado Cabello, ha lanciato pesanti accuse al leader dell’opposizione: “Capriles, fascista, mi assicurero’ personalmente che tu paghi per il danno che stai causando alla Patria e al nostro Popolo”, ha scritto minaccioso su Twitter. Oggi Capriles non ha parlato in pubblico. Ha continuato pero’ a insistere per ricontare una per una le schede, e in un messaggio su Twitter ha scritto che “l’illegittimo (Maduro) e il suo governo hanno ordinato queste violenze, per evitare il riconteggio dei voti! Loro sono i responsabili”.
Dopo quelle di oggi in tutti gli stati del Venezuela, il leader dell’opposizione ha convocato proteste per domani nel centro di Caracas. Maduro ha pero’ avvertito che la manifestazione nella capitale non sara’ autorizzata: “Il corteo non sara’ permesso”, ha detto paventando il rischio di ‘provocazioni’ durante l’inaugurazione di un centro medico. promettendo “mano dura contro il fascismo e contro quelli che attentano alla democrazia”.