L’Osservatore Romano elogia Elio e le storie tese
“Gli Elio e le storie tese sono scorretti”. Così inizia l’articolo a loro dedicato da L’Osservatore Romano, quotidiano con sede nella Città del Vaticano. Scritta così, questa affermazione, sembra una critica.
Ma la scorrettezza del gruppo, all’organo ufficioso della Città del Vaticano appare “salutare”.
“Nel loro ultimo singolo Complesso del primo maggio” hanno “messo in ridicolo l’omologazione della protesta”. Il testo fa così: «Prima di cantare una canzone balcanosa ricorda di fare una cosa: lanciare un’invettiva contro il capitalismo».
“Si fa così” scrive Marcello Filotei sull’Osservatore Romano, “è una specie di copione. E basta dirlo per far crollare un castello fondato sulla commercializzazione della rivolta”.
“La critica – continua l’articolo – non è alla canzone di protesta , ma agli stereotipi che l’hanno sostituita”.
L’analisi ed elogio del brano di Elio e le storie tese si chiude con l’invito ai “giovani contestatari” ad essere “un po’ più scorretti, meno omologati, se proprio non potete evitare dite pure qualche parolaccia, ma basta con la vecchia taranta di nonna, che era vecchia già ai tempi di nonna, e pure con lo scimmiottamento di tradizioni lontane”