Giallo di Perugia: Menenti davanti al gip: il padre respinge le accuse, il figlio tace
Ha respinto le accuse davanti al gip Riccardo Menenti, arrestato ieri con l’accusa di avere ucciso a Perugia Alessandro Polizzi e ferito la fidanzata di lui Julia Tosti. Stessi addebiti contestati al figlio Valerio, anche lui in carcere, che si è invece avvalso della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio di garanzia.
“Non sono stato io”
Riccardo Menenti ha declinato davanti al gip ogni addebito di responsabilità: “Ho trascorso la notte (quella dell’omicidio – ndr) con mia moglie” ha aggiunto.
Padre e figio sono difesi dall’avvocato Luca Patalini. All’interrogatorio hanno partecipato il legale, il gip Luca Semeraro e il sostituto procuratore Antonella Duchini che coordina le indagini della squadra mobile della questura.
Il sospetto del gip
C’era una volontà punitiva che “sussisteva proprio in Valerio Menenti”. Nella ricostruzione del gip lui sarebbe il mandante, che al momento dell’omicidio si trovava
ricoverato in ospedale, mentre l’esecutore materiale sarebbe il padre, a cui Valerio avrebbe lasciato le chiavi del portone della palazzina di via Ricci, dove aveva vissuto per alcuni mesi. Tra gli elementi accusatori, le testimonianze di chi ha visto l’aggressore, in primis Julia, benché il killer abbia agito a volto coperto e anche se “non ha mai parlato”, ma anche un’impronta di stivale compatibile con le calzature
indossate da Riccardo Menenti come si vede nelle riprese delle telecamere dell’ospedale poche ore prima del delitto. Ed infine le riprese di un furgone bianco come quello di Menenti, filmato mentre usciva dall’ospedale prima del delitto e lungo la superstrada da Perugia verso Todi poco dopo l’omicidio.
Se Riccardo Menenti ha respinto le accuse, Valerio si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il giovane, spiega l’avvocato Luca Patalini era “stanco e provato”.