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Il punto sul Processo Civile Telematico – di Massimiliano Cesali

L’impiego degli strumenti e dei servizi telematici della Giustizia civile rappresenta indubbiamente un’opportunità di crescita per i nostri studi e di miglioramento per la nostra attività quotidiana, nonché un evidente quanto utile vantaggio in termini di risparmio di tempo e di denaro nello svolgimento della professione, che ci consente di offrire ai nostri assistiti, sempre più vessati dall’inefficienza della giustizia, servizi più rapidi, più produttivi e più economici.

Non ci soffermeremo, in questo breve articolo, ad analizzare i risultati prodotti dall’impiego del PCT in via generale, ma sull’utilizzo che di questi strumenti, ad oggi, si fa su un grande foro quale è quello di Roma.

Da un’analisi dei dati pubblicati dal Ministero della Giustizia, si evince che i depositi telematici dei ricorsi per decreto ingiuntivo a Roma (per esempio) sono stati davvero esigui e se si considera, poi, il totale dei ricorsi “cartacei” che ogni anno vengono depositati (circa 40.000 ricorsi civ. e lav. di cui solo 2.000 telematici) il dato è a dir poco sconfortante.

Anche il raffronto dei dati con gli altri tribunali ci restituisce un risultato imbarazzante.

Si aggiungono, inoltre, lo scarso utilizzo della Posta Elettronica Certificata quale strumento alternativo alla posta raccomandata o alla notifica a mezzo posta e lo scarso impiego della firma digitale.

Ancor più preoccupante è la situazione del ReGIndE (Registro Generale degli Indirizzi Elettronici) in cui, ad ottobre 2012, risultano censiti solo il 59% degli indirizzi PEC degli iscritti all’Ordine degli Avvocati di Roma per le notifiche e le comunicazioni a piena validità legale (sempre per esempio).

Quali sono, dunque, le motivazioni di questo scarso utilizzo?

Tra le tante difficoltà segnalateci (contrarietà a cambiare abitudini, scetticismo culturale, paura sull’attendibilità degli strumenti utilizzati) sono emerse oggettive difficoltà e complessità tecniche e pratiche nel concreto utilizzo degli strumenti e dei servizi telematici della giustizia civile anche per chi, magari, è già avvezzo all’uso quotidiano dell’informatica nell’attività professionale.

Ma possiamo e dobbiamo fare uno sforzo.

Uno sforzo nel nostro interesse e nell’interesse dei cittadini che si affidano a noi.

Uno sforzo volto all’utilizzo sempre più considerevole e intenso di questi strumenti e servizi telematici che induca e costringa il personale amministrativo della Giustizia, gli ufficiali giudiziari, i magistrati e i cancellieri a impiegare anch’essi questi strumenti, ad aggiornarsi sulla normativa di riferimento e sui “meccanismi” teorici e pratici che li governano, e a comprenderne la profonda utilità ed efficacia

Dobbiamo costringerli a “fare i conti” con questi nuovi servizi e, se necessario, affrontarne insieme i problemi emergenti legati all’applicazione concreta e quotidiana della normativa in materia.

Dobbiamo circondarli, insomma; abbiamo i numeri per farlo.

Solo così potremo richiedere e pretendere l’impiego di nuovi strumenti telematici e l’estensione applicativa a tutti i tipi di procedimenti di quelli già attualmente in uso.

Infatti, come dimostrato da uno studio effettuato dal Movimento Forense (Riforma del Processo Civile, 20 proposte a costo zero per migliorare il processo civile e guadagnare punti di pil, giugno 2012), la diffusione dei servizi telematici nel processo civile consentirebbe, facilmente, un cospicuo risparmio di tempo e di denaro per tutti gli operatori della Giustizia e un sensibile snellimento delle attività processuali.

Ancora una volta, come sempre d’altronde, noi Avvocati siamo chiamati a svolgere un ruolo primario di spinta e di detonazione affinché la situazione migliori e il sistema giustizia, sempre più proiettato – almeno in teoria – alla digitalizzazione, sia reso concretamente più efficiente e moderno e maggiormente rispondente alle esigenze dei cittadini.

E ancora una volta risponderemo alla chiamata, questo è il nostro auspicio…

Perché non so voi, ma noi siamo stanchi dei fax illeggibili, dei numeri di fax sempre occupati, delle difficoltà di provare la data di un deposito, dei verbali d’udienza incomprensibili, delle continue file inutili, delle fotocopie, delle raccomandate, dei piccioni viaggiatori…

In questa ottica di rinnovamento e nel segno della continuità con le proposte già formulate, il Movimento Forense, baluardo della difesa del ruolo primario dell’Avvocatura nella società, si mette gratuitamente a disposizione di tutti i colleghi, stanchi ma volenterosi, per aiutarli nell’uso concreto degli strumenti e dei servizi telematici della giustizia civile e pertanto mette a disposizone la competenza del giovane collega Gianmaria Bonanno che risponderà alle domande che vorrete fare.

Massimiliano Cesali
Movimento Forense

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