Vietato costruire case in zone a rischio idrogeologico
Vietato abitare nelle zone ad altissimo rischio di alluvione, lavori di manutenzione dei corsi d’acqua e di difesa dei centri abitati, ricupero dei terreni abbandonati, difesa dei boschi, protezione delle coste e delle lagune esposte all’innalzamento del mare, assicurazione obbligatoria per le costruzioni nelle zone a rischio di inondazione, riattivazione dei Bacini idrografici.
Questi alcuni punti delle linee strategiche per il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio, linee strategiche che il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, ha inviato al Cipe (Comitato interministeriale per la programmazione economica). Il piano strategico sulla difesa del territorio dai rischi idrogeologici sara’ discusso dal Cipe in una delle prossime sedute, d’intesa con i ministri delle Politiche agricole, delle Infrastrutture e dell’Economia e finanze.
Tra i provvesimenti contenuti nel piano c’è anche un’assicurazione obbligatoria contro i rischi di eventi climatici estremi sia per i privati che per i beni dello Stato. Nella bozza, come misure urgenti, vengono finalmente attivate le Autorita’ distrettuali di bacino idrografico, le quali da sei anni avrebbero dovuto sostituire le vecchie Autoria’ di bacino soppresse dalla legge 152 del 2006. Inoltre compare anche il “divieto immediato di abitare o lavorare nelle zone ad altissimo rischio idrogeologico”.
L’assicurazione obbligatoria sara’ solo per case ed edifici nelle aree ad alto rischio e si rende necessaria “per consentire a chiunque viva o lavori nelle aree a rischio idrogeologico di avere la certezza del risarcimento in caso di danni, per ridurre i costi dei premi assicurativi e per non gravare sulle tasche di tutti gli italiani attraverso i risarcimenti con fondi pubblici”. Lo assicura il ministro dell’Ambiente, Corrado Clini, a proposito di uno dei punti della bozza sulle linee strategiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici, la gestione sostenibile e la messa in sicurezza del territorio presentato al Cipe. Il prelievo sui carburanti per alimentare il finanziamento degli interventi per la tutela del territorio ” non gravera’ sulla crescita economica perche’ sara’ una rimodulazione, uno spostamento, ‘a parita’ di peso fiscale'” ha precisato il ministro.