Barbara: una ragazza di diciassette anni che si fa decapitare per amore di Cristo – di Nike Daidone
Quando credere in qualcuno può essere così determinante nella propria vita, fino a diventare più importante della vita stessa. E’ quello che è capitato a migliaia di cristiani che negli ultimi duemila anni hanno perso la vita per amore di Cristo e che ancora oggi vengono perseguitati e martirizzati in diverse zone del nostro pianeta. Di storie incredibili di martirio ce ne sono a migliaia,ma quelle che riguardano giovani ragazze che decidono di sacrificare la propria vita per seguire la propria fede, colpiscono maggiormente, soprattutto se ad infliggere il martirio è il proprio padre.
Barbara nacque a Nicomedia nel 273, era una ragazza molto bella, riservata e studiosa, a tredici anni si trasferì a Scandriglia, oggi in provincia di Rieti seguendo il padre Dioscoro, collaboratore dell’Imperatore Massimo Erculeo, qui suo padre fece costruire una torre per rinchiudervi la bellissima figlia ed allontanarla dai moltissimi pretendenti che la richiedevano in sposa, ma Barbara non voleva sposarsi, aveva intenzione di consacrarsi a Dio. Prima di entrare nella torre, la ragazza andò in un lago lì vicino e immergendosi tre volte richiese il battesimo divenendo così cristiana, ma questo provocò l’ira di suo padre Dioscoro che venuto a conoscenza della professione cristiana della figlia, decise di farle assolutamente cambiare idea, ma ella, passando miracolosamente fra le pareti della torre, riuscì a fuggire. Suo padre la catturò di nuovo e la portò di fronte al magistrato denunciandola, qui con l’intento di farla recedere dal suo proposito iniziarono una serie di indicibili torture come la flagellazione con fruste che si tramutarono però in piume di pavone, quindi le fecero mettere piastre di ferro rovente sul corpo ed accesero delle fiamme tutte intorno a lei per bruciare la sua carne, ma subito dopo portata nuda per le strade della città, la sua pelle risultò ancora sana e delicata. Per umiliarla ancora di più le vennero tagliate le mammelle, ma Barbara non cambiò la sua decisione così il prefetto Marciano, dopo due giorni di torture la condannò alla decapitazione e decise che ad infliggerle questa morte sarebbe stato proprio suo padre. Era il 4 dicembre dell’anno 306 e il padre procedette all’esecuzione decapitando sua figlia diciassettenne Barbara, secondo la leggenda Dioscuro subito dopo venne colpito da un fulmine che bruciò completamente il crudele padre, di cui non rimasero nemmeno le ceneri, segno che venne interpretato come punizione divina per il suo gesto. Da allora la giovane Barbara venne celebrata in tutta Italia dalla chiesa cattolica ed anche ortodossa ogni 4 Dicembre ed è invocata contro la morte improvvisa per fuoco, perciò gli esplosivi ed i luoghi dove vengono conservati sono spesso chiamati “santabarbara” in suo onore.
Santa Barbara è particolarmente invocata contro la morte improvvisa, in seguito la sua protezione fu estesa a tutte le persone che erano esposte nel loro lavoro al pericolo di morte istantanea, come gli artificieri, gli artiglieri, i carpentieri, i minatori; oggi è venerata anche come protettrice dei vigili del fuoco e degli addetti alla preparazione e custodia degli esplosivi . Molto invocata dai militari, ed anche dai geologi, dai montanari, dai lavoratori nelle attività minerarie e petrolifere, protettrice anche degli architetti, degli artisti sommersi e dei campanari, nonché di torri e fortezze. Santa Barbara è inoltre la protettrice della Marina Militare Italiana, una immagine della Santa viene sempre posta nei depositi munizioni delle Unità Navali e delle caserme. Il 4 dicembre a Bordo delle Unità Navali della Marina Militare, secondo la tradizione, si dona un fascio di rose rosse al 1º Direttore del Tiro di bordo.