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Vietti: “Quarto grado di giudizio porterebbe il sistema al collasso”

Roma, 22 nov. – (Adnkronos) – ”Come è noto sono da sempre fautore di una riduzione degli attuali tre gradi di giudizio. Quindi non posso che vedere con disfavore l’ipotesi di aggiungerne addirittura un altro”. E’ la bocciatura che arriva dal vicepresidente del Csm Michele Vietti all’emendamento presentato dal Pdl al decreto sviluppo, che prevede la possibilità di ricorrere davanti alle sezioni unite della Cassazione in caso di violazione del diritto comunitario. ”Oggi la Cassazione – aggiunge Vietti – e anche le sezioni unite è oberata dal carico di lavoro. Immaginare di gravarla di questo ulteriore, al momento imprevedibile ma enorme numero di ricorsi porterebbe al collasso del sistema oltre che snaturarne la sua attività di nomofilachia, finirebbe per fare il giudice del merito di se stessa”.

Anche il primo presidente della Corte Suprema di Cassazione, Ernesto Lupo, sottolinea che “prevedere un ulteriore ricorso alle sezioni unite significa rendere la Cassazione nella impossibilità di lavorare. Contro lo spirito della Costituzione, che ha previsto la Cassazione come organo di nomofilachia”.

Bocciatura senza appello arriva all’emendamento presentato dal Pdl anche dall’Associazione nazionale magistrati, secondo cui ”rischia di avere gravi ricadute sui tempi del processo, cioè sui tempi per avere sentenze irrevocabili”, sottolinea il presidente Anm, Rodolfo Sabelli. Le norme proposte, per Sabelli, rischiano anche di incidere sulla funzionalità delle sezioni unite della Cassazione: ”Si carica la Corte delle competenze a giudicare su un numero imprevedibile di ricorsi”. Quanto alle possibili ricadute su casi concreti, il presidente dell’Anm ha poi precisato: ”Non sono ancora in grado di dire quali potrebbero essere, mi auguro però che non si tratti di interventi ad personam”.

A escludere categoricamente che l’emendamento sia nato ad usum di Silvio Berlusconi è il senatore del Pdl Giuseppe Valentino: “Sorprende” che qualcuno abbia “voluto considerare l’iniziativa tesa a produrre risparmi per lo Stato come pensata per tutelare, tra gli altri, l’ex presidente del Consiglio nell’ambito del giudizio introdotto per la vicenda Mondadori-De Benedetti”. “Non risulta – assicura Valentino – che in quel contesto siano state denunciate o sussistano violazione della legge o del diritto comunitario, per cui immaginare che l’iniziativa legislativa fosse tesa a tutelare qualcuno rientra nella consueta caccia alle streghe, che da qualche anno a questa parte tende a colpire ogni innovazione sui temi della giustizia”.

Fonte: Adnkronos Politica.

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