Via libera del Senato alla riforma del Condominio
Via libera del Parlamento alla nuova disciplina dei condomini, che rende più snelle le decisioni e valorizza la figura dell’amministratore qualificato. Meno ostacoli alla presenza dei piccoli amici, gli animali domestici, che fanno compagnia a tante famiglie o single.
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Le novità – Amministratori più qualificati, possibilità di revocare il mandato in tempi rapidi, rafforzamento dell’azione contro chi non paga le spese, conto corrente “ufficiale” per i movimenti di denaro, cambio
d’uso più agevoli sui beni comuni, possibilita’ di distaccarsi dall’impianto di riscaldamento centralizzato, impossibilita’ di vietare per regolamento la presenza di animali domestici. Sono queste alcune delle novita’ piu’ rilevanti della riforma del condominio approvata oggi in via definitiva dal Senato.
Si tratta di una legge molto importante, attesa 70 anni. E’ infatti dal 1942 che, salvo interventi marginali, le norme condominiali non venivano di fatto toccate. Il risultato è stato di lasciare in mano ai giudici l’adeguamento alla realtà in evoluzione dell’istituto.
“E’ una riforma storica di una disciplina che risale al 1942 e che tocca direttamente la vita quotidiana di molti milioni di famiglie italiane”, dice il senatore del Pd Giovanni Legnini. Ma vediamo le principali innovazioni introdotte dalla nuova legge:
Stop all’amministratore condannato
L’ amministratore resterà in carica due anni; dovrà avere requisiti di formazione e onorabilita’, non dovrà essere stato condannato per delitti contro la Pubblica Amministrazione. Dovrà avere almeno il diploma di maturità, aver frequentato un apposito corso e, ove ciò sia richiesto dall’assemblea, stipulare una speciale polizza assicurativa a tutela dai rischi derivanti dal proprio operato. L’amministratore potrà essere licenziato prima della fine del mandato qualora abbia commesso gravi irregolarità fiscali o non abbia aperto o utilizzato il conto corrente condominiale. Dovrà indicare quanto chiede come compenso al momento della nomina.
Guerra ai morosi
In caso di condomino ‘moroso’, l’amministratore potra’ procedere con l’ingiunzione senza chiedere una preventiva autorizzazione dell’assemblea e potrà comunicare ai creditori i dati di chi non paga. Questi così potranno agire in prima battuta sui ‘morosi’. Se la mora dura piu’ di 6 mesi dovra’ sospendere il condomino debitore dalla fruizione dei servizi comuni.
Riscaldamento autonomo
Chi si vuole ‘staccare’ dall’impianto centralizzato potra’ farlo senza dover attendere il benestare dell’assemblea, ma a patto di non creare pregiudizi agli altri e di continuare a pagare la manutenzione straordinaria dell’impianto condominiale.
Assemblee valide anche con pochi partecipanti
Quorum piu’ basso (dovra’ essere pari alla maggioranza degli intervenuti in assemblea, che rappresentino almeno la meta’ dei millesimi) per deliberare, ad esempio, l’installazione di impianti di videosorveglianza sulle parti comuni dell’edificio. Uguale il quorum per deliberare l’installazione di impianti per la produzione di energia eolica, solare o comunque rinnovabile, anche da parte di terzi che conseguano a titolo oneroso un diritto reale o personale di godimento del lastrico solare o di altra idonea superficie comune. Stessa maggioranza anche per deliberare l’attivazione, a cura dell’amministratore e a spese dei condomini, di un sito internet del condominio, ad accesso individuale protetto da una password, per consultare e stampare in formato digitale i rendiconti mensili e gli altri documenti dell’assemblea.
Basteranno i quattro quinti dei consensi, infine, per il cambio di destinazione d’uso dei locali comuni. Potranno impugnare le delibere assembleari, per annullarle, anche i condomini che si sono astenuti. Mediazione obbligatoria in caso di controversie.
Animali domestici
Non si potra’ piu’ vietare a nessuno di tenere animali in casa. Ma questi dovranno essere ‘domestici’.
Rumori molesti
Maggior rigore contro chi arreca danni o disturba. Per chi viola il regolamento condominiale la sanzione è stata aggiornata: da 0,052 euro (pari a 100 lire) a 200 euro. In caso di recidiva si arriva a 800 euro.