Cassazione: “Sì a nome Andrea per le donne” – Cassazione Civile Sentenza 20385/2012
D’ora in poi “Andrea” in Italia non sarà più solo un nome maschile. Lo ha sancito la Cassazione, accogliendo il ricorso di due genitori che, dopo aver deciso di chiamare la propria bambina “Andrea”, erano stati costretti dal tribunale di Pistoia a cambiarlo in “Giulia Andrea”. In altre culture straniere, con pari dignità della nostra – hanno motivato gli “ermellini” – il nome è bisex, cioè usato sia per uomini che per donne.
Secondo il tribunale di Pistoia, chiamare la bambina “Andrea” avrebbe violato la legge (art. 35 del dpr n. 396 del 2000), in base alla quale il nome imposto al bambino deve corrispondere al sesso. La Suprema Corte, però, ha bocciato tesi facendo notare che il nome Andrea, oggi, se attribuito ad una bambina, non la fa sentire più ridicola né in imbarazzo o creare confusione di genere proprio per il fatto che tante altre donne in vari Paesi portano questo nome.
Cassazione Civile, Sezione Prima, Sentenza n. 20385 del 20/11/2012
(Presidente G. Luccioli, Relatore M. Acierno)