Pisapia, no a ergastolo in codice penale di Italia democratica
Milano, 16 nov. (Adnkronos Salute) – “Il ‘fine pena mai’ non puo’ piu’ trovare posto nel codice penale di un’Italia democratica. Su questo tema dobbiamo e possiamo andare avanti”. Con queste parole il sindaco di Milano Giuliano Pisapia, intervenuto oggi all’universita’ Bocconi per l’apertura della IV Conferenza mondiale di Science for peace, esprime il suo consenso alla campagna lanciata dal presidente degli scienziati per la pace, Umberto Veronesi, per un Manifesto contro l’ergastolo.
Rivolgendosi alla platea di scienziati e grandi nomi della cultura, ma anche di studenti, Pisapia ha ricordato il suo passato di avvocato. “Mi sono occupato di diritti e sono convinto di un collegamento diretto tra il tema della pace e le sanzioni. L’ultima cosa di cui mi sono occupato e’ stata la presidenza della Commissione per la riforma del codice penale. E’ stata la prima proposta organica – precisa – per cancellare un codice del 1930, vecchio, anacronistico e che mal si concilia con i principi costituzionali”. Quel progetto – sottolinea il primo cittadino milanese – poneva il problema di uscire dall’equazione unica ‘sanzione uguale carcere’. “Ci sono pene piu’ efficaci – avverte Pisapia – penso per esempio a pene prescrittive, interdittive o a lavori socialmente utili che permetterebbero anche di risarcire le vittime. E favorirebbero il reinserimento sociale” dell’autore del reato: “E’ questo l’antidoto piu’ forte contro il rischio di recidiva”.
Il sindaco ha inoltre ringraziato Veronesi per aver scelto come sede della conferenza ancora una volta Milano: “Vuole essere la citta’ della scienza, dell’innovazione e dello sviluppo. La citta’ piu’ internazionale del nostro Paese”. Secondo Pisapia, “l’alleanza fra scienza e pace e’ ormai indifferibile e indispensabile”, ma “l’impegno per la pace richiede ora un passo ulteriore, un salto di qualita’. Il vero antidoto alla guerra – conclude – e’ lo sviluppo della scienza e della liberta’. Con la tutela dei diritti si ottiene anche l’osservanza dei doveri”.