Legge elettorale: confronto in panne. E Calderoli prova a mediare
(ASCA) – Roma, 13 nov – Situazione di stallo nella commissione Affari costituzionali del Senato a proposito della riforma elettorale. Le posizioni restano quelle del muro contro muro. ”Noi presenteremo degli emendamenti al testo del relatore Lucio Malan, Pdl, sul problema delle preferenze, pur restando contrari alla soluzione che prefigura i due terzi dei parlamentari eletti con le preferenze e un terzo con le liste bloccate. Segnaliamo il pericolo di inquinamento malavitoso e di lievitazione dei costi della campagna elettorale”, dichiara in una conferenza stampa Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, segnalando l’ennesima fumata nera.
Gli incontri tra gli sherpa dei vari partiti non hanno infatti sbloccato la trattativa. Pdl, Lega Nord e Udc restano attestati sulla soglia del 42,5% per ottenere il premio di governabilita’ del 12,5%, tetto ritenuto irraggiungibile sia dal centrosinistra, sia dal centrodestra. L’unica novita’ la evidenzia Finocchiaro e riguarda un emendamento presentato da Roberto Calderoli, Lega Nord, tra gli autori del Porcellum attualmente in vigore. ”Riguarda il cosiddetto premietto che noi chiediamo comunque per il partito che prende piu’ voti e che vorremmo fosse fissato al 10%. Secondo l’ipotesi Calderoli, dovrebbe essere invece fissato in modo proporzionale per esempio al 20% rispetto ai seggi conquistati. Su questo principio e’ possibile riaprire il confronto”, spiega Finocchiaro.
Enzo Bianco, relatore del Pd, annuncia che i suoi emendamenti presentati questo pomeriggio riguardano il tetto delle spese riguardanti le attivita’ della campagna elettorale e una severa disciplina per spot individuali, uso di email e messaggi telefonici preregistrati. ”Prevedendo come sanzione non piu’ multe bensi’ la decadenza dall’elezione a parlamentare”, sottolinea Bianco, che ricorda di avere pronti pure emendamenti per un ritorno al Mattarellum.
Il problema pero’ e che dal centrodestra e dall’Udc non vengono segnali di riapertura di un dialogo. ”Sulla legge elettorale rischiamo di rimanere nel regno del dire”.
dichiara Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc. Maurizio Gasparri, capogruppo del Pdl al Senato, ritiene che discutere dell’emendamento Calderoli per giungere eventualmente a un premietto sia l’ultima concessione fatta. Carlo Vizzini, Psi, presidente della commissione Affari costituzionali del Senato, parla di ”passo fatto di lato”.
”Con la mediazione di Calderoli si e’ riportato nella discussione della commissione cio’ di cui si stava discutendo fuori. Si e’ deciso di fare un approfondimento. Domani torneremo a riunirci”, precisa Vizzini, che vorrebbe che sulla riforma elettorale punta a realizzasse la maggioranza piu’ ampia. Calderoli, imprevedibile mediatore, pensa che si possa chiudere la trattativa prevedendo il 40% come soglia per ottenere il premio di governabilita’ e il ”premietto” che prevede comunque il suo emendamento per il partito che risulta primo alle elezioni”.
Dietro queste discussioni apparentemente tecniche su cifre e percentuali si cela un braccio di ferro politico. ”Noi vorremmo che la sera delle elezioni si sapesse almeno chi deve provare a governare o a formare un governo. Il centrodestra punta alla palude, a che non vinca nessuno. Per noi e’ imprescindibile una nuova legge elettorale prima del voto e dare comunque governabilita’ al paese”, conferma Finocchiaro. Ma gli esponenti del centrodestra interpellati nei corridoi del Senato rispondono all’unisono: ”Non si puo’ fare una legge elettorale che favorisca il Pd dato per vittorioso nelle elezioni”. Saltato il tradizionale ruolo di mediazione dell’Udc, questa funzione e’ passata nelle mani di Calderoli. Allo stato attuale e’ impossibile un accordo in settimana, prima che il testo di riforma elettorale votato a maggioranza in commissione passi all’esame dell’Aula. Per ora, si prevedono altre fumate nere.
Fonte Asca