Legge elettorale: si cerca il si’ del Pd su un testo condiviso
Doveva tenersi ieri sera la riunione della commissione Affari costituzionali del Senato, ma poi si e’ preferito rinviare l’appuntamento a martedi’ prossimo. ”Le forze politiche – dichiara Carlo Vizzini, Psi, presidente della commissione – stanno lavorando a una soluzione dei problemi. Il lavoro non e’ ancora finito e dunque ci si aggiorna”.
Il rinvio serve a cercare una intesa in extremis, dopo che martedi’ scorso la commissione Affari costituzionali del Senato ha approvato un emendamento al testo base della riforma elettorale che fissa la soglia minima necessaria per conquistare il premio di governabilita’ al 42,5% (nella legge in vigore, il cosiddetto ”Porcellum”, non e’ prevista alcuna soglia). A favore hanno votato Api, Lega Nord, Mpa, Udc e Pdl. Contro Pd e Idv. Il premio e’ stato fissato nel 12,5% dei seggi. Aggiunge Vizzini: ”Se martedi’ prossimo c’e’ accordo, il testo potrebbe presto passare all’esame dell’Aula”. Si vuole evitare che il confronto sulla riforma elettorale prosegua senza l’accordo del Pd.
E’ Renato Schifani, presidente del Senato, a sollecitare il massimo consenso rivolgendo un appello alle forze politiche: ”Le regole vanno scritte a piu’ mani, l’impegno e’ per un testo largamente condiviso”. Fuori dalla commissione Affari costituzionali si tratta affinche’ la soglia per ottenere il premio di governabilita’ possa essere fissata al 40% come vuole il Pd che chiede anche di prevedere il premio del 10% al partito o alla coalizione vincente qualora nessuna delle forze in competizione elettorale raggiunga il 40%. Quel 10% e’ definito dal Pd ”premio di aggregazione” e avrebbe la funzione di dare a chi arriva primo almeno il compito di tentare di comporre una maggioranza in Parlamento. Si negozia pure sul tema delle preferenze. Nel testo votato dalla commissione di Palazzo Madama, se ne prevedono tre a disposizione dell’ elettore. Il Pd chiede che vengano ridotte a due con l’indicazione di votare un uomo e una donna in modo da avviare la parita’ di genere nella composizione della rappresentanza parlamentare. Pier Ferdinando Casini, leader dell’Udc, non fa un passo indietro: ”Sul premio al partito di maggioranza relativa, come ha chiesto la Corte costituzionale, bisognava fissarne il tetto. Il problema e’ quello che si vuole. Vogliamo lasciare una legge elettorale che permetta a Bersani e Vendola di raggiungere il 55% per cento con il 30% dei voti? Io non lo voglio. Se il Pd vuole tenersi il Porcellum, lo dica chiaramente”. Replica Pier Luigi Bersani, segretario del Pd: ”Non puo’ essere accettata una legge elettorale che certifica in partenza l’ ingovernabilita’. Non c’e’ nessuno che con il 30% vuole il 55% ma attenzione: non possiamo consegnare il paese alla prospettiva di non avere un azionista di riferimento per il governo”.
Il Pd ritiene che la soluzione votata sulla soglia di accesso al premio di governabilita’ sia stata adottata dagli altri partiti per favorire un governo Monti-bis anche dopo le elezioni politiche di primavera. Molto critico e’ Nichi Vendola: ”Vedo che Casini si e’ ritrovato con gli antichi alleati, con il Pdl, con la Lega Nord e persino con Rutelli. L’ idea che la legge elettorale debba essere sempre un tentativo al fotofinish di cambiare le regole del gioco per produrre un risultato differente alla fine della partita e’ insopportabile”. Conclude il leader di Sel: ”Se avessero avuto un po’ piu’ di rispetto per le regole democratiche, avrebbero dovuto, di fronte alla paralisi che si e’ determinata in Parlamento, riconoscere che c’e’ stato il pronunciamento di un milione e 200mila italiani che hanno sottoscritto la richiesta che puo’ essere interpretata con un articolo: si cancella il Porcellum e si resuscita il Mattarellum”. Francesco Rutelli, Api, si difende dagli attacchi per aver contribuito a formulare l’emendamento su cui ha votato la maggioranza della commissione Affari costituzionali del Senato: ”Mamma mia quanta ipocrisia: tutte le coalizioni che si sono presentate al voto dal 1994 a oggi hanno superato ampiamente il 40% dei voti. Cosa si pretende? Che si attribuisca il 55% dei seggi a chi resta al 30% dei voti? Si tratta di sfidare tutti, Grillo compreso, a formare una maggioranza per governare”. Giudizio negativo sul voto del Senato da parte di Matteo Renzi, tra i candidati alle primarie del centrosinistra. ”Vorrei una legge elettorale in cui dopo un’ora chi perde si congratula con chi vince. No al Porcellum. Ma la modifica proposta e’ quasi peggio!”, ha scritto in un messaggio su Twitter.