Se la moglie non vuole figli, nessun addebito in separazione per il marito infedele – Cassazione Civile, Sentenza 16089/2012
Nel rapporto di coppia ci sono situazioni nelle quali le ‘corna’ sono tollerate al punto da non costituire motivo di addebito in caso di separazione. L’amante, dice la Cassazione, non è motivo di colpa se uno dei coniugi dice chiaramente di non volere figli dall’altro.
L’amante del marito non doveva avere giustificazioni per il Tribunale di Bolzano che, nel 2007, aveva dichiarato la separazione della coppia con addebito al marito. Decisione ribaltata dalla Corte d’appello di Trento, il 27 agosto 2008, sulla base del fatto che l’uomo aveva imbastito una relazione adulterina soltanto nel 2003, e cioè dopo che la moglie in una telefonata alla sorella aveva confidato di non volere figli dal marito. In pratica, è stato il ragionamento dei giudici, due comportamenti “contrari ai doveri matrimoniali” che non ammettevano addebiti.
La moglie tradita ha fatto ricorso in Cassazione, sostenendo, tra l’altro, che la relazione adulterina del marito sarebbe iniziata un anno prima, nell’autunno 2002, della telefonata nella quale lei, “in un momento d’ira”, aveva manifestato la sua volontà di non avere figli dal marito. Piazza Cavour ha respinto il ricorso della donna e ha osservato che “l’inosservanza dell’obbligo di fedeltà, da solo, non può giustificare addebito qualora una tale condotta sia successiva al verificarsi di una accertata situazione di intollerabilità della convivenza, sì da costituire non la causa di detta intolleranza ma una sua conseguenza”.
Del resto, fanno notare ancora i supremi giudici, la dichiarazione della moglie al telefono “non dimostra tanto una chiara e consolidata volontà di non avere figli” ma è la spia di “una situazione di crisi” e fa emergere “la preoccupazione di lei per la fine del rapporto”.