Cassazione Penale, Niente sconti di pena per gli assenteisti
Tolleranza zero nei confronti degli assenteisti per i quali, dice la Cassazione, non sono ammessi sconti di pena visti i “pregiudizi, sul piano dell’immagine, arrecati all’Amministrazione pubblica”. In questo modo, la Seconda sezione penale ha convalidato una condanna per truffa nei confronti di quattro dipendenti in servizio presso la Soprintendenza per il beni culturali e ambientali della Regione siciliana sorpresi, dopo una serie di investigazioni durate dal luglio 2001 al dicembre dell’anno successivo, mentre marcavano i ‘cartellini segnatempo’ per poi uscire subito dopo la timbratura.
Inutile la richiesta avanzata dalla difesa dei quattro impiegati volta alla conversione della pena detentiva in pena pecuniaria e ad ottenere il beneficio della non menzione della condanna. Piazza Cavour, convalidando la decisione della Corte d’appello di Palermo, del 26 ottobre 2011, ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei quattro dipendenti.
Sulla mancata concessione dello sconto di pena, la Suprema Corte ha evidenziato che “i giudici di merito, con valutazione coerente e logica hanno ritenuto che ne’ del beneficio della non menzione, ne’ della conversione della pena detentiva in pena pecuniaria, i ricorrenti tutti siano stati meritevoli proprio per la dimostrazione di indifferenza verso i pregiudizi, sul piano dell’immagine, arrecati all’Amministrazione pubblica”. La pubblica accusa della Cassazione aveva chiesto l’applicazione di uno sconto di pena nei confronti dei quattro dipendenti.