Giustizia e tagli alle spese. L’Anm: Danni irreparabili
La magistratura associata prende posizione sulla riduzione della spesa pubblica e sulle ricadute sul versante giustizia. “No ai tagli indiscriminati di personale e di risorse, che provocherebbero danni gravi e irreparabili al funzionamento della giustizia, con ulteriore aumento dei tempi di definizione dei processi nonch‚ dei costi dei risarcimenti dovuti dallo Stato”, sostiene l’Associazione nazionale magistrati (in sigla Anm, presieduta da Rodolfo Sabelli), in relazione alla spending review in materia di giustizia.
Obiettivo: razionalizzare
La spending review in materia di giustizia, afferma l’Anm, “non deve causare perdita di qualità dell’Amministrazione ma essere occasione di generale razionalizzazione del sistema per attuare non solo presunti risparmi, bensì un investimento volto a migliorare il servizio e a dare un nuovo futuro alla giustizia italiana”. Perché la giustizia, ribadiscono le toghe, “deve essere efficiente, adeguata ai tempi, in grado di rispondere alle esigenze dei cittadini e di contribuire al processo di rilancio dell’economia”. E se è “necessaria”, ribadisce l’Anm, l’attuazione della revisione delle circoscrizioni che va fatta “superando le diverse criticità della legge delega e delle versioni ufficiose sino ad ora apparse sugli organi di stampa”, è anche “indispensabile” un complessivo “piano di investimenti in risorse, da molti anni in costante diminuzione per effetto delle manovre finanziarie”.
Controproposte
Il sindacato delle toghe avanza le sue controproposte per ridurre i costi e per reperire nuove risorse nell’immediato. Un pacchetto che preveda “l’obbligatorietà e la gratuità, per i gestori concessionari, delle prestazioni relative alle intercettazioni telefoniche”, ma anche “la generale e definitiva attuazione del processo civile telematico“, la digitalizzazione del fascicolo penale, l’informatizzazione dei registri, l’adozione di procedure solo informatiche per la trattazione di procedimenti seriali, la capillare diffusione della posta elettronica certificata sia nel civile sia nel penale“.
E inoltre la “decriminalizzazione di illeciti di scarso allarme sociale“, la previsione di ulteriori ipotesi di sanzioni alternative al carcere, l’introduzione di meccanismi volti a una gestione sistemica del contenzioso seriale nei settori previdenziale/assicurativo/infortunistico. Tra le richieste c’è anche la sospensione del processo penale nei confronti degli imputati irreperibili, la rivisitazione del patrocinio a spese dello Stato, la possibilità di un immediato e generalizzato riutilizzo dei beni sequestrati e destinati alla confisca e la riforma della disciplina delle spese di custodia dei beni sequestrati.
Secondo l’Anm ulteriori risparmi verrebbero dalla riorganizzazione del ministero della Giustizia con due dipartimenti a fronte degli attuali quattro; dal recupero di personale attraverso la riduzione del numero degli Enti territoriali (Province in primis) e da “interventi fiscali mirati sui patrimoni piuttosto che sui trattamenti retributivi”.
L’Anm considera infine “non necessari, oltre che iniqui e punitivi, ulteriori interventi sul trattamento economico e previdenziale del pubblico impiego”.
Fonte: Il Denaro