Cassazione: Se gli “ex” non si parlano niente affidamento condiviso figlia – Cassazione
La forte conflittualita’ tra due genitori separati, che non stabiliscono tra loro alcun dialogo, puo’ portare al venir meno dell’affidamento condiviso della figlia nata dal matrimonio. La prima sezione civile della Cassazione ha per questo confermato le decisioni del Tribunale prima e della Corte d’Appello di Roma poi, con cui era stato stabilito l’affidamento in via esclusiva alla madre di una bambina, inizialmente affidata a entrambi i genitori. Tale decisione era stata presa sulla base del fatto che la “mancanza di comunicazione tra i due genitori” stava comportando “pressioni e tensioni eccessive” sulla minorenne, in quanto i due ex, non parlandosi tra loro, decidevano autonomamente le attivita’ della figlia, costretta a fare due turni a scuola, due diverse attivita’ sportive e persino due diete alimentari.
Il regime di affidamento condiviso era stato dunque ritenuto “nocivo per la minore e possibile fonte di future patologie, in quanto generante ansia, confusione e tensione”. La stessa bambina aveva riferito di trovarsi meglio con la madre, anche se vivere con lei voleva dire trasferirsi a Napoli, mentre la bimba era a disagio con il padre “privo di abitazione e costretto all’ospitalita’ di parenti e amici”, nonche’ ostile nei confronti della madre. Contro le sentenze dei giudici di merito, il padre si era rivolto alla Suprema Corte, la quale pero’ ha rigettato il suo ricorso. “La mera conflittualita’ esistente tra coniugi – si legge nella sentenza numero 5108 depositata oggi – non preclude il ricorso” al regime dell’affidamento condiviso “solo se si mantenga nei limiti di un tollerabile disagio per la prole”; la conflittualita’ tra genitori “assume invece connotati ostativi alla relativa applicazione ove si esprima in forme atte ad alterare e a porre in serio pericolo l’equilibrio e lo sviluppo psico-fisico dei figli, e dunque tali da pregiudicare il loro superiore interesse”