Calderoli: col lanciafiamme a Napoli
E’ “pronto” a fare “il commissario per l’immondizia a Napoli” ma “armato” e “senza porgere l’altra guancia”: se non si riescono a fare i termovalorizzatori usera’ “i lanciafiamme”. Parola del ministro della Semplificazione Roberto Calderoli, che in un’intervista a Repubblica illustra il suo punto di vista sul decreto rifiuti e sulle osservazioni del Quirinale.
“Non credo che la richiesta del capo dello Stato fosse rivolta alla Lega – spiega -, che quel decreto non lo ha sottoscritto, ma a chi ha la competenza costituzionale sui rifiuti, ovvero comune, provincia e regione”.
Calderoli e’ netto: l’unico “intervento risolutivo” a Napoli e’ “quello di stampo europeo secondo il quale ognuno risolve i problemi a casa propria. Che scavino i buchi e facciano le discariche e i termovalorizzatori come nel resto del mondo”.
Comunque, aggiunge, “non ho tutelato solo gli interessi del Nord, ma anche quelli dei napoletani che altrimenti avrebbero dovuto pagare in bolletta lo smaltimento dei rifiuti resi speciali nell’interesse della camorra e della ‘ndrangheta”.
Sull’acclamazione di Alfano a segretario del Pdl il ministro leghista non si esprime, “per noi non cambia nulla”, al massimo gli chiedera’ “di garantire la presenza dei suoi deputati in aula” in modo da non andare “piu’ sotto”.
La manovra e’ solo “un passo”, aggiunge, molte richieste del Carroccio sono state accolte ma non tutte.
Calderoli e’ “infuriato” per l’eliminazione della sua proposta sul taglio delle bollette e annuncia che la misura sara’ “uno degli emendamenti” alla manovra che la Lega portera’ in Parlamento.
“A meno di due settimane da Pontida sono abbastanza soddisfatto – dice -, ma faremo il punto ogni 15 giorni da qui a fine anno. Se una delle nostre richieste salta volano le sedie”.
In particolare, se nel decreto non ci sara’ la diminuzione delle missioni militari “non solo voleranno le sedie, ma la Lega nemmeno lo vota ne’ in consiglio dei ministri ne’ in Parlamento. Ma al di la’ delle missioni – conclude – ne ho piene le balle di un esecutivo che agisce in difensiva: voglio un governo d’attacco altrimenti non sono piu’ interessato”.