Omicidio Rea, la caserma al centro delle indagini: sentita un’altra soldatessa
L’inchiesta per l’omicidio di Carmela Melania Rea, la donna di 29 anni, scomparsa e uccisa un mese fa, il cui corpo è stata trovato nel bosco delle Casermette di Ripe di Civitella (Teramo) il 20 aprile, trova uno dei nodi focali da approfondire nella caserma Clementi del 235esimo Rav Piceno di Ascoli Piceno, dove il marito della donna, il caporal maggiore Salvatore Parolisi, è istruttore nell’unico centro di addestremento femminile in Italia dell’Esercito. I magistrati del pool della procura di Ascoli Piceno, impegnati in nuove audizioni, stanno scavando, quindi, nell’ambiente di lavoro di Parolisi. Hanno ascoltato un’altra soldatessa, dopo la Ludovica già sentita, la donna che avrebbe avuto una relazione con Parolisi. La nuova testimone ascoltata ha dichiarato che nella caserma non ci sarebbero mai stati episodi di ‘nonnismo’, con iniziazioni di carattere sessuale.
In procura, continuano, inoltre, le audizioni di persone informate sui fatti, amici e conoscenti della coppia, e proseguiranno anche quelle di persone che frequentano la caserma Clementi. Esisterebbero, inoltre, almeno un paio di testimoni che affermerebbero di aver visto Salvatore Parolisi al pianoro di San Marco quel 18 aprile, giorno della scomparsa di Melania, non alle 15 ma più tardi, all’incirca alle 16. Ci sarebbero, quindi, ancora discordanze con la versione dello stesso Parolisi fornita agli inquirenti.
I vicini di casa di Folignano (Ascoli Piceno) hanno voluta ricordare Melania con una messa che è stata celebrata, nel pomeriggio, da don Carlo Lupi, il parroco del centro ascolano che ha partecipato anche ai funerali che si sono svolti lunedì a Somma Vesuviana (Napoli), suo paese d’origine. La messa è stata fatta per celebrare, a un mese della sua scomparsa, dalle persone che abitano nel palazzo, dove viveva anche Carmela Melania Rea,. Un appartamento, dove abitava con il marito Salvatore Parolisi e con la loro bambina di 18 mesi. Fra coloro che hanno voluto ricordare Melania, c’erano anche Raffaele Paciolla, l’amico di Parolisi che lo aiutò a cercare Melania il giorno della scomparsa, e la moglie. Entrambi hanno consegnato spontaneamente il proprio Dna agli inquirenti per approfondimenti.