Proposta del Pdl: una commissione d’inchiesta sull’uso politico della magistratura
La commissione di inchiesta sull’uso politico della Giustizia prende forma in una proposta Pdl alla Camera. Cinque le circostanze da verificare da parte della Commissione di inchiesta che, prima firmataria Iole Santelli, si vuole istituire, visto il fenomeno della “politicizzazione di parte della magistratura e della caratterizzazione – si legge nella relazione di accompagnamento – di una corrente della stessa come un autentico soggetto politico che si propone di modificare il sistema politico e di trasformare radicalmente il sistema economico”.
Presentata il 4 febbraio 2010 la proposta prevede che, nel termine di un anno, si accertino: le disfunzioni che “hanno eventualmente leso i diritti fondamentali dei cittadini garantiti dalla Costituzione, l’eventuale “presenza all’interno dell’ordine giudiziario di orientamenti politico-ideologici e di rapporti di interdipendenza con forze politiche parlamentari o extraparlamentari”; “l’eventuale influenza di motivazioni politiche sui comportamenti delle autorita’ giudiziarie; le conseguenti “deviazioni della giustizia determinate dalla gestione politicamente mirata dell’esercizio dell’azione penale”; la “effettivita’ del principio costituzionale dell’obbligatorieta’ dell’azione penale e l’eventuale esistenza di un esercizio discrezionale e selettivo della funzione giudiziaria”; gli “eventuali tentativi di interferenza di magistrati, singoli o associati, con l’attivita’ di governo, in contrasto con il principio costituzionale della separazione dei poteri”.
La Commisssione, parlamentare di inchiesta, si spiega, nello svolgimento della propria indagine dovra’ tenere presente il principio che nel nostro ordinamento democratico la sovranita’ appartiene al popolo e, quindi, anche l’amministrazione della giustizia deve essere esercitata nel rispetto assoluto di questo principio e mai contro una parte dei cittadini e in favore di altri”.