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Melania Rea: nel mirino l’ambiente militare

Melania Rea
Melania Rea

Proseguono ad Ascoli Piceno le audizioni di persone che potrebbero fornire elementi utili per sbrogliare il giallo della morte di Melania Carmela Rea. Si tratta non di persone informate sui fatti, precisano gli invetigatori, ma a conoscenza di aspetti attinenti soprattutto alla coppia (Melania e il marito Salvatore Parolisi), come pure all’ambiente di lavoro dell’uomo, caporal maggiore al Reggimento Piceno. In questo contesto, ad esempio, si colloca l’audizione di una soldatessa di Lecce, che ora si trova a Roma, la quale ha ammesso di aver avuto una relazione con Parolisi, iniziata all’incirca due anni fa, quando Melania si trovava a Somma Vesuviana, il suo paese, per portare avanti la gravidanza. Con la soldatessa, Parolisi, che era stato il suo istruttore ad Ascoli, si sarebbe sentito anche dopo la scomparsa della moglie e la scoperta del corpo.

E’ quindi ancora l’ambiente militare nel mirino degli investigatori che indagano sulla morte di Melania Rea, scomparsa il 18 aprile a Colle San Marco, nell’Ascolano, e ritrovata uccisa il 20 aprile nella pineta teramana. In questa direzione c’e’ attesa per l’interrogatorio marito che potra’ chiarire molte cose.  E’ certo che il caporal maggiore dell’esercito verrà sentito di nuovo, ma i magistrati ascolani non hanno fretta. Deve chiarire alcune dichiarazioni fatte nei giorni successivi al ritrovamento del cadavere della moglie.

Ieri intanto il magistrato ha ordinato un nuovo sopralluogo nel Bosco delle Casermette con l’ausilio di cani specializzati nel seguire tracce di sangue. Ma la caccia è ad altre perdite ematiche della vittima o ad eventuali presenze di sangue dell’assassino? Di fatto il sopralluogo, ancora in corso, al momento non sembra aver dato risposte pienamente soddisfacenti per le indagini. Un’altra brutta notizia dopo quella che sotto le unghie della vittima non c’é traccia del dna dell’assassino, ma solo terriccio e aghi di pino.

Sempre ieri  in un’armeria di Ascoli, non molto lontana dal 235/o Rav Piceno dove Parolisi lavora, i carabinieri del Ros hanno prelevato tre coltelli monofilari. I militari hanno chiesto al titolare di mostrare loro quali tipi di coltelli le soldatesse usano acquistare per regalare poi al loro istruttore a fine corso. Tre sono stati quelli indicati e tutti e tre sono stati prelevati e inviati al medico legale Adriano Tagliabracci affinché verifichi se e quale è compatibile con le ferite sul corpo di Melania Rea. L’esercente, che vende anche articoli soft air, ha riferito ai militari che recentemente alcune soldatesse avevano anche chiesto di incidervi un nome, che non ricorda, ma non avendo l’attrezzatura necessaria ha suggerito loro di andare in un altro negozio, nello stesso quartiere di Porta Maggiore. Anche in questo caso, però, il titolare non ha saputo indicare il nome che sarebbe stato inciso, in quanto l’operazione non sarebbe stata fatta attraverso un programma computerizzato, ma con un ausilio tecnico solo meccanico. Parolisi, che è ancora a Somma Vesuviana, ha fatto sapere attraverso la trasmissione ‘La vita in diretta’, condotta da Mara Venier, di essere pronto per l’interrogatorio: “Sono pulito al mille per mille. Voglio solo la verità, lo devo a Melania e a nostra figlia. Ho tante risposte da dare e tante cose da chiedere”. Parolisi ha anche confessato di “vergognarsi a uscire di casa” per le cose che sono state dette di lui, anche in relazione alla sua vita privata.

 

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