Usa, l’uso improprio di Facebook può configurare ipotesi di reato
I rappresentanti finanziari non possono utilizzare i social network per veder soddisfatti i propri crediti vantati nei confronti della propria clientela. È quanto ha stabilito il giudice dello Stato della Florida in merito al caso di una signora che ha adito le vie giudiziarie nei confronti di un impiegato di un’agenzia di recupero crediti. Il fatto è scaturito dalla denuncia presentata dalla signora costretta a subire le angherie di uno zelante promotore finanziario dopo aver provveduto all’acquisto, a rate, di un’automobile. Nella querela era stato rappresentato il fatto che, per veder soddisfatto più agevolmente il credito vantato dalla società, il funzionario rappresentante aveva provveduto a inviare alla cliente una gran mole di e-mail, invitandola al pagamento delle restanti rate. Aveva, inoltre, effettuato numerose telefonate presso l’abitazione e, non contento, si era spinto a importunarla, chiamandola insistentemente sul cellulare e sul telefono del luogo di lavoro.
Il “brillante” impiegato della società finanziaria pensò bene di cercare il contatto Facebook della signora e, anche in questo caso, iniziò a mandarle messaggi pubblici in merito al finanziamento contratto con la società. Fatto aberrante fu che questi inviò messaggi alle c.d. amicizie (Facebook) della signora.
La corte di giustizia dello Stato della Florida, con sentenza, ha interpretato in modo estensivo, ai social network, quanto deciso nel 1978 per le chiamate sui telefoni fissi, poi per i cellulari e per gli Sms, impedendo, finalmente, agli impiegati della società di contattare la signora e la sua famiglia e anche gli amici di Facebook o di qualsiasi altro sito di social-networking.
Bisogna notare che la decisione del giudice americano è la prima del suo genere ed è tesa a servire da monito a quelle società che volessero utilizzare i social network in modo non corretto per il recupero dei propri crediti.
L’avvocato difensore della signora, capo del dipartimento tutela dei consumatori presso un noto studio legale, ha così commentato la sentenza della corte “questo è il risultato per cui abbiamo lottato e finalmente abbiamo ottenuto una sentenza del tribunale sull’utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale….Questo (dei social network) è un campo pericoloso, perché è un ambito nuovo. Dobbiamo assicurarci che le società (nella fattispecie, le agenzie di recupero) siano molto attente nel corretto utilizzo dei mezzi di comunicazione sociale, questo è diventato un fatto importante per l’industria”.
Valerio Giuliani
nuovofiscooggi.it