25 aprile, Napolitano al Vittoriano: no scontro cieco fra parti
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, si è racato all’Altare della Patria, per partecipare alle cerimonie organizzate per il 25 aprile. Ad accoglierlo, tra gli altri, il presidente del Senato, Renato Schifani, il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, il presidente della Regione, Renata Polverini, il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ed il presidente della Provincia, Nicola Zingaretti
Fischi per il ministro della Difesa Ignazio La Russa durante la celebrazione del 25 aprile all’Altare della Patria. Il ministro è stato fischiato da un gruppetto di cittadini che si trovano in piazza Venezia appena ha iniziato il suo discorso davanti al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e alle altre autorità.
“Non facciamo prevalere il cieco e acceso scontro” nonostante ci sia già un clima elettorale. Bisogna tenere fermo ciò che ci unisce e che ci tiene uniti come italiani. E’ questo l’appello che arriva dal capo dello Stato Giorgio Napolitano durante la cerimonia per il 25 aprile. Per il Presidente “La difficoltà delle sfide di oggi e del futuro richiedono nuovo senso di responsabilità nazionale, una rinnovata capacità di coesione nel libero confronto delle posizioni alla ricerca di ogni terreno di convergenza”. “Si proceda alle riforme considerate mature e necessarie, come in questi anni ho sempre auspicato – ha continuato Napolitano – e lo si faccia con la serietà che è doverosa e senza mettere in forse punti di riferimento essenziali, in cui tutti possono riconoscersi.Senza mettere in forse – ha aggiunto – quei principi e quella sintesi, così comprensiva e limpida, dei diritti di libertà, dei diritti e dei doveri civili, sociali e politici, che la Costituzione ha nella sua prima parte sancito”.
“Nel parlare, il 17 marzo scorso a Montecitorio, delle ardue prove superate nel corso della nostra storia di 150 anni, mi sono ovviamente riferito anche e in particolare all’esperienza rigeneratrice della Resistenza come risposta a colpi durissimi e a rischi estremi vissuti dalla nazione. Dalla memoria e dalla viva consapevolezza di prove come quella possiamo trarre – voglio ripeterlo – la fiducia indispensabile per affrontare le sfide di oggi e del futuro”.
E’ la convinzione espressa dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano all’Altare della Patria. Napolitano ha ribadito che il “25 aprile è festa non solo della Liberazione ma della Riunificazione d’Italia”: “E non c’é dubbio – ha aggiunto – che in effetti riunificazione vi fu, dal punto di vista nazionale e statuale, su basi democratiche, anche se è stato necessario un tempo ben più lungo, fino ad anni recenti, per rimarginare le ferite riconducibili ad una dimensione di guerra civile che si intrecciò con quella, fondamentale, di guerra di Liberazione. Ma anche lo sforzo compiuto in questo senso ha dato i suoi frutti: rendendo possibile la più larga condivisione della giornata celebrativa del 25 aprile”.
LA RUSSA A FORZE ARMATE, FRUTTO IMPEGNO DI TUTTI – La Liberazione fu resa possibile “dall’ impegno collettivo di tutto il popolo italiano”, e le Forze Armate italiane vi giocarono un ruolo “centrale” dando un “contributo generoso e imponente”. Lo ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa nel suo messaggio alle Forze Armate per il 25 aprile. Nell’anniversario della Liberazione “l’Italia – afferma il ministro – si stringe più che mai intorno al Tricolore nel ricordo dei Caduti e dei feriti della guerra di Liberazione. Durante il conflitto mondiale ed in particolare all’indomani dell’8 settembre il popolo italiano, i civili come i militari, sopportò lutti e sacrifici dolorosi, fino a giungere alla tragedia di una sanguinosa guerra civile. Gli italiani seppero tuttavia ritrovare l’unità – ha sottolineato – e riunirsi sotto un’unica bandiera, animati da una straordinaria volontà di rivincita morale e materiale e dalla eccezionale determinazione di ricominciare il cammino sulla strada tracciata dal Risorgimento italiano. E proprio questo – ha aggiunto – è il significato profondo del 25 aprile”.