Mafia, Chiuse le indagini per concorso esterno contro Raffaele e Angelo Lombardo
La procura distrettuale anti mafia di Catania, Sostituti Giuseppe Gennaro, Antonino Fanfara, Agata Santonocito e Iole Boscarino, hanno concludo le indagini per l’inchiesta “Iblis”. I fratelli Raffaele e Angelo Lombardo ed altre 54 indagati si sono visti notificare ieri l’avviso di fine indagine.
Concorso esterno in associazione mafiosa per avere sollecitato Cosa nostra catanese a reperire voti per loro e per i partiti in cui militavano durante competizioni elettorali che vanno dal lontano 1999 al 2008, ingenerando nella mafia la convinzione che loro fossero a disposizione per assecondare le esigenze della cosca Santapaola nel controllo degli appalti, delle attivita’ economiche, nelle concessioni e nei servizi pubblici.
Ora tutti gli indagati avranno venti giorni di tempo per fornire chiarimenti, per chiedere di essere interrogati, per produrre memorie difensive. Poi la procura distrettuale antimafia deciderà se chiedere al gip l’archiviazione, oppure il rinvio a giudizio.
L’inchiesta “Iblis” riguarda i rapporti tra mafia, politica e imprenditoria: rapporti “pericolosi” tra i Lombardo e uomini delle cosche mafiose. Tra gli indagati ci sono anche il deputato regionale del Pid ed ex sindaco di Palagonia, Fausto Fagone, per il quale la Cassazione proprio ieri ha rigettato una richiesta di scarcerazione, il consigliere della Provincia di Catania dell’Udc, Antonino Sangiorgi, l’ex assessore del Comune di Ramacca, Giuseppe Tomasello, il consigliere dello stesso Ente, Francesco Ilardi, e il deputato regionale ex Pdl Sicilia e poi transitato nel gruppo misto Giovanni Cristaudo.
“Finalmente il deposito degli atti. Potro’ cosi’ dare puntualmente conto di ogni mio comportamento e dimostrare la mia assoluta estraneita’ a ogni ipotesi di reato”. Lo ha detto il presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, dopo l’avviso di conclusione indagini per concorso esterno in associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Iblis” della procura di Catania. “La scelta dei titolari dell’indagine di depositare gli atti che mi riguardano – ha spiegato il governatore – pone fine allo stillicidio di notizie, sulla cui ‘fuga’ sono state avviate indagini, strumentalizzate piu’ d’una volta a fini politici, anche per la modalita’ di diffusione troppe volte coincidente con momenti delicati della vita politica e istituzionale della nostra Regione. Ho chiesto reiteratamente e invano, sin da quando la stampa ha iniziato a raccontare questa storia, di essere sentito e sinora ho potuto rendere conto soltanto all’opinione pubblica. Da oggi – conclude il presidente della Regione Siciliana – disporro’ di elementi certi e potro’ contribuire a ricostruire compiutamente la verita’”.